«La prima volta sono stato eletto nel 1994, poi mi sono preso una legislatura sabbatica e poi a mia insaputa sono sempre stato rieletto»: così ha esordito Gianfranco Rotondi ai microfoni di Tagadà, parlando della sua grande esperienza parlamentare e non…
L’esponente di Forza Italia si è poi soffermato sulla corsa al Quirinale, escludendo il Mattarella-bis: «Io conosco Mattarella: Mattarella, che è un grande presidente, viene politicamente da una particolare sinistra democristiana, quella che noi chiamavamo ironicamente “la setta”, custodita dal grande sacerdote Leopoldo Elia, uomo dell’ortodossia costituzionale. Mattarella chiude il settennato omaggiando Leone e cita il suo impegno per la non rieleggibilità del presidente».
GIANFRANCO ROTONDI: “MATTARELLA, STRANO DEMOCRISTIANO”
«Mattarella non è l’animale democristiano che dice una cosa e ne fa un’altra: è uno strano democristiano, fa generalmente quello che dice», ha ironizzato Gianfranco Rotondi, commentando così la richiesta di dialogo arrivata dal Pd: «Letta sta palleggiando, sta guadagnando tempo. Per la prima volta la sinistra non ha i numeri per eleggere chi vuole e deve trattare. Il presidente non è unitivo perché lo votano tutti, ma perché è bravo, diventando bravo e capace». Gianfranco Rotondi ha poi acceso i riflettori sulla riforma della legge elettorale: «Serve una bella riforma della legge elettorale. Cosa votiamo a fare con questa legge bastarda? E’ un pezzo proporzionale e un pezzo maggioritaria, e gli autori di questa legge hanno ammesso che era stata fatta affinchè nessuno vincesse e si facesse un governo di coalizione tra Forza Italia e Pd. E’ andata in un alltro modo, ma è una legge che produce governi di coalizione post-elettorali».