Dal 30 settembre i cittadini no vax fuori dai luoghi pubblici in Toscana. Questa la decisione del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha dichiarato: “Lotterò fino alla fine con coloro che non si vogliono fare il vaccino. Il nostro è un atteggiamento di assoluto rispetto fino al 30 settembre, dopo tiriamo le somme della nostra campagna vaccinale e chi non ha fatto il vaccino non ha più scuse”. Il governatore ha aggiunto: “Dopo quella data chi non ha fatto il vaccino sta a casaa: queste persone non si provino a venire nei luoghi pubblici perché la loro non vaccinazione per scelta è una cosa inconcepibile nell’economia e nell’interesse di una comunità che vuole superare l’emergenza sanitaria”. Sempre nel solco della battaglia anti-no vax l’annuncio di Giani secondo cui “stanno partendo le lettere di sospensione per gli operatori sanitari no vax”, che “in Toscana sono circa 4.500. Chi non intende vaccinarsi non può prendersi cura degli altri”.



DEL DEBBIO CONTRO GIANI: VUOLE ARRESTARE I NO VAX

A contrastare la versione di Giani è però Paolo Del Debbio, il conduttore Mediaset che dalle pagine de La Verità, in un articolo intitolato “Giani vuole arrestare i non vaccinati”, attacca dicendo che solo una legge nazionale può obbligare le persone a vaccinarsi, non certo regionale. Del Debbio aggiunge: “Quello che ha detto il presidente Giani, a meno che non intenda proclamare l’autonomia della Toscana, tornare a battere moneta e ripristinare una forma più aggiornata di granducato di Toscana, non è possibile. Punto”. La riflessione di Del Debbio si chiude così: “Giani sostiene che chi non sarà vaccinato non potrà presentarsi nei luoghi pubblici, cioè gli sarà negata una delle libertà fondamentali che è quella di movimento. Anche qui, con quale autorità un presidente di Regione può derogare con una legge ai diritti fondamentali scritti nella Costituzione? Chi gliela conferisce l’autorità? Se stesso? Il Consiglio regionale? La Giunta regionale? Qualche ente superiore di natura spirituale del quale noi meschini non siamo a conoscenza? Nessuna legge, come è noto, può andare contro i diritti, meno che nei casi consentiti, ma anche degli organi ai quali è consentito. La Regione non rientra certamente tra questi enti. O il cerino lo prende in mano il governo o qualcuno prima o poi si ustiona gravemente il dito. E noi, come al solito, le terga”.

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