Gianluca Grignani è tra i pilastri della musica italiana; dagli anni novanta ad oggi ha avuto una crescita poderosa e direttamente proporzionale all’iconicità dei suoi brani, alcuni di essi intramontabili dal punto di vista del messaggio introspettivo. Intervistato dal Corriere della Sera si è raccontato attraverso alcuni filtri che possono aver determinato la persona che è oggi; dal rapporto con i genitori a quello con la vita in generale.



“Sono un artista; una persona vulnerabile. La vulnerabilità è necessaria, la parte di te che soffre ti rende più umano. Mi piego come il giunco ma non mi spezzo; però non significa che sia facile colpire i miei punti deboli”. Inizia così Gianluca Grignani, per poi aggiungere: “Se mi hanno fatto del male? Sì, per la mia ingenuità; sono buono, però poi so reagire e ritrovo la forza”. Da qui il cantautore si ricollega al suo percorso di crescita per buona parte forgiato dal rapporto con sua madre. “Mia madre mi ha cresciuto duro come il cuoio? In parte sì, ognuno di noi si indurisce col tempo, ti ci porta la vita”.



Gianluca Grignani e il rapporto con Lucio Dalla: “E’ stato il mio migliore amico…”

Parlando dei genitori, Gianluca Grignani ha accennato anche al rapporto conflittuale con suo padre: “Il rapporto complicato con mio padre? Giudicare è difficile, sono padre anche io, ho perdonato. Non si impara mai; ha commesso molti errori per egoismo, non aveva le attenzioni”. Prendendo spunto dal brano a lui dedicato, “Quando ti manca il fiato”, il cantautore – sempre al Corriere della Sera – ha raccontato: “Non sono andato al funerale, viveva in Ungheria ed è successo all’improvviso; ma sto cercando di avere le sue ceneri. Se mi pento di non avergli detto qualcosa? No, forse che doveva essere più sveglio con il cervello. Non era né un delinquente né un ubriacone ma ha fatto una vita che non aiutava la nostra famiglia. Poteva non lasciare tutto il peso a me”.



Si arriva poi al tema della bellezza e dell’amore: “Ho detto che non sono stato molto amato? Vero, do talmente tanto che richiedo anche tanto; se non ricevo indietro abbastanza non funziona. Molte mie ex le adoro, ma non c’è stata la capacità di voler stare insieme fino in fondo”. Gianluca Grignani ha dunque raccontato al quotidiano la peggior ‘marachella’ in amore: “Con la ragazza di ‘La mia storia tra le dita’; l’ho lasciata il giorno del mio 18esimo compleanno. La amavo, ma non avevamo futuro; o meglio, sarebbe stato scintillante per lei e amaro per me, non mi lasciava fare musica”. Prima di concludere l’intervista per il Corriere della Sera, Gianluca Grignani ha raccontato dello splendido rapporto d’amicizia con un compianto e leggendario collega: “Lucio Dalla è stato il migliore amico che ho avuto in questo ambiente; la prima volta che andati a casa sua, entrando in soggiorno, non vidi nessuno. Poi mi accorsi che mi stava scrutando da dietro una poltrona, mi spiegava: ‘La libertà è un lavoro difficile’”. Il cantautore ha poi rivelato un simpatico aneddoto; “Una volta telefonò a casa per invitarmi in barca, rispose mia madre: ‘La ammiriamo tanto signor Dalla, ma mio figlio non è il tipo’. Quando Lucio me l’ha raccontato ci abbiamo riso un quarto d’ora”.