Uscito da poco LETTERATURA IN MUSICA, nuovo album del cantautore Gianluca Lalli. Si tratta di un nuovo e intrigante percorso nel mondo della letteratura dopo FAVOLE AL TELEFONO dedicato all’opera di Gianni Rodari. A conferma dell’impegno che contraddistingue la sua attività, Lalli rilegge alcuni classici della letteratura occidentale con particolare riguardo ad opere di denuncia: 1984 dello scrittore britannico George Orwell, due poesie di Emilio Praga e Arrigo Boito maggiori rappresentanti della “Scapigliatura”, due poesie del poeta romagnolo Olindo Guerrini. Il brano Libertà è invece dedicato alla figura del poeta romano Trilussa.



Altra fonte di ispirazione il romanzo “Fontamara” di Ignazio Silone e “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Nell’album si intersecano anche alcuni personaggi dell’Iliade di Omero con Tersite e Elena oltre ad spunti dall’opera di Pino Cacucci, Dino Campana, Herman Hesse, Gianni Rodari.

Un progetto che potrebbe correre il rischio di essere tutt’altro che divulgativo, viste le tematiche pregnanti. La sensibilità del cantautore, la sua voce, unite alle belle intuizioni musicali, riescono a dare il giusto equilibrio e godibilità all’album.



Dieci gli inediti proposti. E’ il piano di Leonardo Sgavetti dei Modena City Ramblers ad aprire con Tersite. La voce di Lalli si adagia sul piano e la chitarra di Massimo Germini (collaboratore di Roberto Vecchioni) ed inizia così a narrare storie antiche e affascinanti.

E’ la volta di Elena dove gli archi e, soprattutto, le chitarre di Lorenzo De Angelis, responsabile della gran parte degli arrangiamenti, caratterizzano le musiche, come avvenuto anche in Fontamara.

L’arpeggio di chitarra classica apre Preludio, poesia dello scapigliato Emilio Praga, qui riproposta con grande gusto grazie alla interpretazione di Lalli con i riusciti interventi del sax di Daniele Sepe.



Raffinata e toccante Splendi come Vita, storia metropolitana ispirata dall’omonimo romanzo di Maria Grazia Calandrone.

L’intro delle chitarre in Dualismo, riporta ad antichi brani di De André (Si Chiamava Gesù). Si tratta della riuscita messa in musica di una poesia di Arrigo Boito. La voce di Lalli e l’andamento sono quelle del menestrello, di un cantore di altri tempi. Acida ed inquietante l’atmosfera di Cristo Si è Fermato A Eboli. Sezione ritmica, chitarre rock (Stefano Sanguigni) e l’interpretazione di Lalli colpiscono forte, quasi a voler riportare l’attenzione verso tematiche e parole pervase da forte senso di protesta. Uno scarno pianoforte (Orazio Saraceno) accompagna Son Donna di Avere, inedita poesia di Alda Merini. L’interpretazione di Lalli è appassionata, quasi gridata. Smarrimento e dolore in questo riuscito canto d’amore della grande poetessa.
I dieci inediti dell’album terminano con Postuma e La Nave dei Folli, quest’ultima ispirata da Sebastian Brandt e da “La follia nell’età classica” di Michel Foucault. Accanto alle nuove canzoni altre sei riproposizioni tratte dagli album precedenti (Libertà, 1984, Il Paese dei Bugiardi, Il Canto dell’Odio, Bonnot, L’uomo, la pecora e il lupo). Un album di indubbio interesse, dove l’impegno civile e politico ne caratterizzano l’afflato, il che non è poco in quest’epoca in cui spesso ci si sente “…gli ultimi cittadini liberi…”. Complimenti