L’omicidio del povero Gianluca Monni, il giovane ragazzo sardo ammazzato nel 2015 mentre aspettava il pullman, al centro dei casi del programma Rai Un Giorno in pretura, in onda questa sera. La morte del giovane è senza dubbio uno dei casi più efferati degli ultimi anni, tenendo conto che lo stesso fu ammazzato come se fosse stato vittima di una esecuzione, freddato da Alberto Cubeddu con la collaborazione di Enrico Paolo Pinna, all’epoca dei fatti minorenne. Il movente, come ricostruiranno poi gli inquirenti, un’offesa che Gianluca Monni aveva rivolto proprio a Enrico Pinna.
Quest’ultimo era stato picchiato e umiliato da parte della futura vittima durante una festa avvenuta a dicembre dell’anno precedente: Pinna aveva puntato una pistola all’indirizzo di Gianluca Monni, e questi, insieme ai suoi amici, gliel’aveva requisita in maniera violenta. Quello “sfregio” venne in seguito confidato da Pinna al cugino Alberto Cubeddu, che preparò una vendetta, servita decisamente fredda, andata in scena cinque mesi dopo quei fatti, a maggio dell’anno successivo.
CHI E’ GIANLUCA MONNI: IL PIANO PER UCCIDERLO E IL RUOLO DI MASALA
A far scattare la scintilla fu una poesia che Pinna ricevette il 18 aprile del 2015 tramite una chat di WhatsApp, un messaggio innocuo che venne però mal interpretato dal ragazzo, come raccontò poi il comandante provinciale dei carabinieri di Nuoro, pensando ad un affronto, uno sfottò nei suoi confronti. Pinna contattò quindi il cugino Alberto Cubeddu, per poi mettere in atto il loro piano diabolico che causò anche un’altra morte, quella di Stefano Masala, proprietario della Opel Corsa utilizzata per raggiungere Gianluca Monni e freddarlo alla fermata dell’autobus.
I due assassini volevano far ricadere le colpe proprio si Masala, ma il loro tentativo si rivelò (solo in seguito) un buco nell’acqua, così come raccontò ancora il colonnello dell’arma. Si arrivò così all’8 maggio del 2015 quando il 29enne Masala, che veniva descritto da tutti come un bravo ragazzo, venne attirato in una trappola da Pinna, leggasi il possibile incontro con una ragazza di cui la stessa vittima provava simpatia. Alla fine Masala venne ucciso e poco dopo anche Gianluca Monni trovò la stessa tragica fine, freddato con una serie di colpi di fucile dai due cugini.
GIANLUCA MONNI, INDAGINI DURATE PIÙ DI UN ANNO
I carabinieri impiegarono più di un anno a ricostruire questo quadro diabolico, risalire ai responsabili e mettere le manette al 19enne Pinna (oggi 28enne), e al 21enne (oggi 30enne), Alberto Cubeddu. Venne arrestato anche Antonio Zappareddu, all’epoca 25enne, accusato però solo di detenzione di armi.
Tutto merito dei tabulati telefoniche nonché delle varie celle agganciate dai telefonini degli arrestati, visto che, anche se i forti sospetti verso i due erano emersi fin da subito, alla fine mancavano le prove per incastrarli, e per questo si diede vita a delle “indagini senza precedenti”, ricordò Andrea Garau, all’epoca Procuratore di Nuoro (oggi a Ferrara). Alla fine gli alibi dei due cugini vennero smontati e così si è potuto procedere agli arresti: Pinna è stato condannato a 20 anni di galera, Cubeddu non uscirà più dal carcere.