Dopo tante inchieste, indiscrezioni e accuse, è arrivata la richiesta di archiviazione per il dossier fondi russi alla Lega. Una vittoria per Gianluca Savoini, “l’uomo dell’Hotel Metropol”, che ora può esultare e togliersi qualche sassolino dalle scarpe: “Più che io, che ho sempre continuato a fare il mio lavoro e andare in Russia, sono rimasti sotto scacco la Lega e Matteo Salvini. Per una montatura mediatica che non aveva alcun risvolto penale. Il bersaglio vero non ero certo io. Hanno tentato di fermare Matteo, e in parte ci sono riusciti, come tentarono per vent’anni di fermare Berlusconi e, più recentemente, la Meloni, con quella buffonata delle accuse di fascismo a Carlo Fidanza”, le sue parole a Libero.



Gianluca Savoini ha denunciato una macchinazione del sistema mediatico-politico globali sta nei suoi confronti, parlando di “robaccia basata su intercettazioni illecite prive di ogni valore”.  Il fedelissimo di Salvini ha confermato la vicenda del Metropol, sottolineando che non c’è nulla da spiegare: soltanto un tentativo della sinistra di sgambettare il governo Conte I, quando Salvini era ministro dell’Interno.



La versione di Gianluca Savoini

Una buffonata, il teatrino orchestrato per incastrarlo, ha aggiunto Gianluca Savoini. L’unico obiettivo dei “mandanti” era quello di colpire il centrodestra. “Il complotto non era solo internazionale, anche dentro la Lega c’è stato qualcuno che ha operato contro di me per colpire il segretario”, il j’accuse del leghista, che ora invoca un’inchiesta sui mandanti di questa operazione. Lui di rubli non ne ha presi, ma forse altri sì, il suo ragionamento. Sul possibile “tradimento” interno si è soffermato anche ai microfoni de La Verità: “Che poi ci possa essere stato del fuoco amico… qualche sospetto ce l’ho, perché a qualcuno vicino alla Lega (o anche dentro) le mie posizioni antiglobaliste e antimondialiste non piacevano. Ma a queste posizioni non intendo rinunciare. Sono quelle che hanno sempre caratterizzato la Lega. E infatti se la Lega diventa moderata, perde voti”.

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