Gianluca Sivo, 31enne di Napoli, ha rilasciato un’intervista per il Mattino nella quale ha parlato dell’involontario omicidio stradale di Elvira Zibra, 34enne investita nell’agosto del 2022 dopo un’impennata con la moto. Sul caso in sé i dubbi sono veramente pochi, anche perché la morte della ragazza è stata immortalata da alcune videocamere di sorveglianza, mentre lo stesso Sivo non ha mai negato la sua colpevolezza, e dovrà rispondere a breve dell’accusa di omicidio stradale in Tribunale.



Al Mattino, nuovamente, Gianluca Sivo ha voluto confermare che “ho investito e ho ucciso Elvira”, pur sottolineando che “non sono un mostro. Né un mostro di indifferenza” confessando che “sento dentro il vuoto che ho provocato con la mia condotta” e dicendosi pronto a “risarcire in ogni modo possibile la sua famiglia” ed addirittura a togliersi “la vita senza esitazione, se potessi”. Commentando l’accaduto, nuovamente, Gianluca Sivo ci tiene a precisare che si sente “addolorato, mortalmente devastato. Sono in cura da uno psicologo e ho cercato in questi 15 mesi un rapporto con la famiglia, ma non è stato possibile”.



Gianluca Sivo: “Non ho impennato con la moto”

Passando, invece, al racconto di quanto successo quella notte tra il 28 e il 29 agosto 2022, Gianluca Sivo ammette caldamente di “essere stato incivile“, assumendosene ovviamente le piene responsabilità. Tuttavia, “ci tengo a chiarire che un concetto su tutti: non stavo [impennando] con la moto”, circostanza peraltro chiarita, a suo dire, dal video dell’incidente, “dalle perizie e dal lavoro tecnico effettuato fino a questo momento”.

Esponendo la sua versione dell’accaduto, Gianluca Sivo spiega che “erano le due di notte, ero in comitiva. Una mia amica chiese di andare in bagno a uno Chalet, ma le dissero di no. Mi pregò così di accompagnarla al Bar Napoli, che dista poco”. Decise, così, di prendere “la moto di un amico con noi quella notte. Arrivammo al semaforo, poi quella maledetta accelerata“. Secondo il racconto di Gianluca Sivo, infatti, “non ho impennato. Accelero, ma non calcolo bene la potenza del motore. Parto dal semaforo, da fermo, bastano pochi secondi e la ruota davanti si alza. Ricade sull’asfalto, vedo quella donna”, ma era troppo tardi, “prova a schivarmi, io non ci riesco”.