Lo staff di Gianluca Vacchi si schiera a sostegno del proprio datore di lavoro, attraverso un video diffuso in rete. Una mossa che segue quella di Laluna Maricris Bantugon, una collaboratrice domestica filippina che da maggio 2017 a dicembre 2020 ha lavorato per il celebre imprenditore, contro cui ha scagliato numerose accuse: “Non mi ha trattato bene, non ha rispettato i miei diritti di lavoratrice. In alcuni casi dovevamo partecipare in prima persona ai video, anche se non volevamo comparire. Una volta abbiamo girato un filmato con dei colleghi maschi, uno ha sbagliato una mossa e lui gli ha dato una botta sul petto”.



E, ancora: “Mi è capitato di lavorare anche più di 20 ore al giorno. Per dieci giorni, nel 2017, senza interruzione dalle 8 di mattina sino alle 6 del giorno successivo”. Secondo la donna, a casa di Gianluca Vacchi c’era una governante “eccezionale, che spesso riusciva a mediare”, ma non sarebbero mancate le “bestemmie” (“non ho mai sentito nessuno dire così tante parolacce”) e le “bottiglie lanciate“.



GIANLUCA VACCHI, IL VIDEO DELLO STAFF: “IL DOTTORE HA L’UMILTÀ DI CHIEDERE SCUSA QUANDO ALZA LA VOCE”

Come anticipato in precedenza, l’attuale staff alle dipendenze di Gianluca Vacchi e della sua famiglia ha tenuto a prendere le distanze da queste affermazioni, diffondendo in rete un filmato in cui Laura, che si fa portavoce di un gruppo di nove dipendenti, ha esclamato: “Siamo alquanto contrariati da quello che abbiamo letto, non c’è niente di vero in quello che è stato riportato. La nostra vita non trascorre tra una frustrata, un insulto e una tazzina tirata. Nessuno ci obbliga a fare Tik Tok, a metterci un grembiule: lavoriamo per una bellissima famiglia. E il Dottore, quando alza la voce, ha l’umiltà di chiedere scusa”.



“Quello che è stato detto – ha concluso la dipendente di Gianluca Vacchi – è stato detto da una persona che purtroppo per lei non ha più l’onore di stare in mezzo a questo team. Nessuno ci sta minacciando, siamo qui all’insaputa del nostro datore di lavoro. Al quale noi vogliamo bene e lui, come ci dimostra, ne vuole a noi. La parola rispetto qui dentro esiste”.