Gianluca Vialli, il ricordo di Roberto Mancini a un anno dalla morte

Lo scorso 6 gennaio Gianluca Vialli veniva portato via da un tumore al pancreas. Una lunga battaglia quella contro la malattia iniziata nel 2017, una diagnosi di fronte alla quale Vialli non si è però abbattuto, tornando alla vita e anche al suo amato calcio. Nel 2021 è infatti tornato da dirigente al fianco di Roberto Mancini in Nazionale per l’Europeo dei sogni, quello che poi l’Italia ha vinto.



E proprio Roberto Mancini è uno di quegli amici che, ad un anno dalla sua morte, ha voluto ricordare Gianluca Vialli attraverso le pagine di Novella 2000, giornale diretto da Roberto Alessi. “Luca per me è come se fosse sempre qua. – ha esordito Mancini – Lui abitava Londra, io in Italia, ma ci vedevamo e sentivamo spesso anche per lavoro e per me è come se fosse sempre qua con me. Non penso che sia in cielo, continua a vivere per tutto quello che è stato, per tutto quello che ha fatto, per il giocatore e la persona che è stato.” Il CT ha dunque concluso: “È sempre stato un esempio sia quando giocavamo che dopo. […] Lo sento sempre con me”.



Lapo Elkann ricorda Roberto Mancini: la lettera a Novella 2000

A ricordare Gianluca Vialli con parole di grande stima e affetto attraverso le pagine di Novella 2000 è stato poi Lapo Elkann: “Gianluca era un grande giocatore nel campo e fuori dal campo. – e ancora – Era di una gentilezza e di una carineria unica. Mi ricordo della vittoria dell’Europeo alla quale ho assistito vicino a sua moglie. Una donna dolcissima e gentilissima. Le mie memorie di Gianluca sono fenomenali: portò momento di gioia e di meraviglia per la Juventus e anche per l’Italia.”

Lapo Elkann ricorda Vialli come un uomo buono, gentile, ‘un grande essere umano’: “Gianluca ha vissuto anche il dolore e la sofferenza come un guerriero, come lui era, con una forza e determinazione unica, con un’umiltà e un atteggiamento che pochissime persone al mondo hanno”, ha concluso.



Marino Bartoletti: “Gianluca Vialli? Campione gentile nello sport e nella vita”

Anche Marino Bartoletti, che a Vialli ha dedicato il suo ultimo libro dal titolo ‘La partita degli dei’, ha speso per l’ex calciatore e allenatore parole di grande affetto: “Il ricordo di Gianluca è sempre vivo. – ha esordito – Lui è stato un campione gentile, educato e corretto, che tutti rimpiangiamo non solo sul campo, ma anche per quello che ha fato fuori dal campo.”

Il loro primo incontro risale a molti anni prima, “quando era un ragazzo timido nella Cremonese”, ricorda Bartoletti. Un rapporto, il loro, mai interrotto nel corso degli anni: “Siamo rimasti in contatto fino alla fine, era un uomo felice e appagato, divenuto simbolo dell’Italia, di una dignità che è andata ben oltre ciò che ha dato sul campo. Nell’ultimo struggente messaggio vocale che mi ha inviato prima di andarsene, sembrava lui preoccupato per me, era allegro e gentile, con ancora tanta voglia di combattere”, ha concluso.