Era il novembre 2018 quando Gianluca Vialli raccontava per la prima volta di avere il cancro al pancreas: è passato un anno e mezzo e, in un’intervista rilasciata al Times, l’ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juventus, Chelsea e ovviamente della nostra nazionale ha confidato cosa abbia significato sconfiggere quel tumore per due volte, passando attraverso radio e chemioterapie, l’intervento chirurgico e, ora che sembra guarito, la grande paura che possa tornare. Vialli lo chiama un compagno di viaggio indesiderato, e dice ancora una volta di stare bene: “Sto riacquistando i muscoli ma sono ancora spaventato e preoccupato” ha rivelato: ha perso 16 chili nel corso della malattia e oggi dice che, ogni volta che si sveglia o va a letto con mal di pancia, mal di testa o qualche linea di febbre pensa immediatamente “oddio, è tornato”. Dice che ci vorrà tempo prima che riesca a sbarazzarsi dalla sensazione.
GIANLUCA VIALLI E LA LOTTA CONTRO IL TUMORE
“Sei fragile e non lo puoi sapere fino a quando non passano alcuni anni senza problemi” ha detto Vialli, aprendosi rispetto a questa esperienza. Le fotografie che lo ritraevano nel corso della malattia ci presentavano un volta quasi irriconoscibile – senza barba e sopracciglia, decisamente smunto – e lui stesso aveva rivelato che quando era ospite in televisione doveva servirsi di un maglione indossato sotto la camicia, così da nascondere il fatto che fosse dimagrito eccessivamente. Adesso, Vialli dice che a dargli forza nel lungo periodo di battaglia e sofferenza sono state Cathryn, la moglie inglese, e le due figlie adolescenti. “Mi hanno aiutato disegnandomi le sopracciglia, mentre mia moglie mi ha aiutato sui trucchi da usare”. L’ex attaccante ha confidato di aver riso molto, di averlo voluto fare: “Hai bisogno di trovare il lato divertente se puoi, anche se certi giorni mi chiudevo in bagno per non farmi vedere mentre piangevo”.
Vialli però dice che il cancro è stato anche un’occasione: quella per ritrovarsi, migliorare qualcosa, scoprire se stesso. Pur consapevole e certo del fatto che nessuno voglia assolutamente passare per una prova simile, “quando ti capita devi vederlo come un’opportunità per conoscerti meglio, capire come sei stato, come sei e come sarai”. Infatti l’ex calciatore ha rivelato di aver scoperto la meditazione – dicendo anche che avrebbe voluto conoscerla già mentre giocava o, meglio, quando allenava – e che, pur arrabbiandosi ancora per banalità (“resto pur sempre un essere umano”) dice di essere più consapevole del fatto che, appunto, quelle cose non siano nulla di importante. “Sono tutt’altro che perfetto e devo lavorare ancora tanto per riuscire a migliorarmi, ma spero che la mia storia possa servire da stimolo” ha concluso, nella speranza – come detto – di non risultare presuntuoso o arrogante.