Don Massimiliano Gabricci, cappellano della Nazionale italiana di calcio, è intervenuto a “Di Buon Mattino”, su Tv 2000, per ricordare Gianluca Vialli, ex campione di calcio morto lo scorso 6 gennaio a Londra, dopo una lunga battaglia contro il tumore al pancreas. Del fuoriclasse che ha vestito le maglie di Cremonese, Juventus, Sampdoria e Chelsea, don Gabricci ha sottolineato “la bellezza dell’umanità, che si realizza a volte anche nel mondo patinato dei campioni di calcio. Luca è una persona che mi ha lasciato tanto e ringrazio il Signore per averlo potuto conoscere in questi anni”.



Anche con altri giocatori “mi è capitato di vederli in primis come campioni e poi, in alcuni casi, di scoprire una bellezza interiore, un’umanità profonda. Nel caso di Gianluca Vialli ho avuto modo di toccare con mano anche una fede intensa e una grande spiritualità, che mi hanno colpito sin dall’inizio, tanto che nacque una grande amicizia tra di noi”.



DON GABRICCI: “GIANLUCA VIALLI AVEVA GRANDE FEDE”

Nel prosieguo della sua intervista a “Di Buon Mattino”, don Gabricci ha affermato: “Io ho conosciuto anche Sinisa Mihajlovic quando allenava la Fiorentina. Lui e Gianluca Vialli non si sono mai nascosti davanti alla malattia, hanno testimoniato la loro lotta con il sorriso, cercando di coinvolgere sempre e di essere testimonianza per tutte le persone che li guardavano. Tornando a Luca, devo dire che quando l’ho incontrato nel 2021 durante gli Europei abbiamo vissuto istanti belli, pur essendo lui consapevole del momento difficile che stesse vivendo. Faceva trasparire grande forza e umanità e una fede grande”.



Gianluca Vialli, ha concluso il cappellano della Nazionale, “ci ha lasciato una testimonianza grande, che è stata anche intima e silenziosa in alcuni casi, mentre in altri casi ha avuto la forza di mostrarsi per ciò che lui era, sempre con grande stile. Lui era un cavaliere di altri tempi, aveva gentilezza e forza, la concretezza tipica della gente della sua terra. Ha avuto la capacità di gustarsi le cose belle anche nei frangenti peggiori, come la vittoria dell’Europeo. Ricordo che subito dopo ci scambiammo dei messaggi e lui disse: ‘Mi fanno tanti complimenti… Da un lato questo mi fa arrossire, dall’altro me li prendo tutti!’. Lui mi ha insegnato tanto sul piano della spiritualità: la sua era profonda, lo si percepiva anche quando parlava di sport e penso che per i giovani il suo sia un insegnamento meraviglioso”.