«Questa malattia è più dura di quanto si possa sperare»: così Gianluca Vialli sulla battaglia contro il tumore nel giorno del suo ingresso nello staff della Nazionale italiana allenata dall’amico Roberto Mancini. L’ex attaccante ha motivato il suo sì alla proposta del presidente federale Gabriele Gravina: «Sto bene, sto continuando le cure ed i risultati sono positivi: non ha senso che io non continui a condurre una vita normale. Ringrazio il presidente Gravina per avermi aspettato: nei prossimi giorni ci sarà modo di approfondire come allargare il mio contributo». Vialli, che potrebbe diventare il nuovo capo delegazione, ha aggiunto: «L’idea è quella di essere qui anche per il prossimo raduno di novembre e di poterci partecipare con il nuovo ruolo», sottolineando di «aver trovato tanti amici, a cominciare da Roberto con cui ho vissuto momenti fantastici».



GIANLUCA VIALLI: “RISPONDO BENE ALLE CURE”

«Salute? Da parte mia non c’è alcun problema, se possibile mi sento una persona migliore: spero che non ci sia alcun tipo di condizionamento anche per gli altri», ha aggiunto Gianluca Vialli, che ha poi parlato del legame con Roberto Mancini: «Appena mi ha visto l’altro giorno mi ha detto: “Cosa fai, ti metti la tuta? Anche i dirigenti si mettono la tuta?”. Io gli ho detto che sarei stato felice di dargli una mano, Mancini sa che c’era questa possibilità di diventare capo delegazione e Gravina ne aveva parlato prima con lui». L’ex Sampdoria e Juventus poi sulla mancata qualificazione al Mondiale: «Mi è dispiaciuto, da italiano che vive all’estero ancora di più. Ma ho pensato che sarebbe stata un’opportunità per ripartire, con Mancini mi sento in buone mani: si stanno costruendo le basi per vincere».

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