«Sognavo di fare il diplomatico, capii che la vita è scomoda»: con questo inedito frammento raccolto oggi dalla Stampa sulla biografia di Gianluigi Gabetti si può intuire come il più schivo degli assistenti di casa Agnelli fu realmente un personaggio dirimente nel mondo Fiat e determinante per le tante trame che hanno accompagnato la casata di Torino durante tutto il Novecento e i primi anni Duemila. Davanti ai magistrati di Milano che indagavano sull’intricata eredità dell’Avvocato Gianni, Gabetti parlava così del suo “Presidente”: «prima di essere assunto dall’avvocato Agnelli, che io ho sempre chiamato solo Presidente, ho lavorato in Comit, quando presidente della banca era Mattioli e, successivamente, in Olivetti. Voglio precisare che il mio rapporto con l’avvocato Agnelli è sempre stato improntato a un grande rispetto reciproco ed io ho, da subito, chiarito a lui che per poter avere un mio ruolo – come volevo – nell’Azienda bisognava che la sua forte personalità e l’azienda fossero tenute nettamente separate», riporta oggi il Sole 24 ore di quella spontanea dichiarazione rilasciata da Gobetti nella caserma della Guardia di Finanza in via Valtellina a Milano. Un protagonista silenzioso che spesso ripeteva come il suo rapporto con l’Avvocato Agnelli fosse realmente formale e non familiare: proprio per questo, forse, durò molto di più e fece così tanti frutti “lavorativi” in casa Fiat e non solo. (agg. di Niccolò Magnani)
FU GABETTI A CONSIGLIARE MARCHIONNE
E’ morto nella giornata di ieri Gianluigi Gabetti, 94enne manager italiano, per anni braccio destro del presidente della Fiat, Umberto Agnelli. Il Corriere della Sera ha ripubblicato in sua memoria l’ultima intervista allo stesso imprenditore, in cui parlava così dell’Avvocato: «Un maestro delle sfumature. Si faceva obbedire da tutti, Romiti compreso, senza bisogno di dare ordini. E lavorava molto. Si affaticava. L’idea dell’Avvocato scansafatiche è una leggenda». Gabetti ricordava gli ultimi giorni in vita del compianto presidente della Fiat con tali parole: «Soffriva molto. Mi prese la mano e se la portò qui, tra la guancia e la tempia destra. Poi mi fece un saluto militare. Non quello classico con la mano di taglio sulla fronte; più ampio, tipo segnaletica da marinaio». Da Agnelli a Marchionne, altro numero uno Fiat che purtroppo ci ha lasciati. Gabetti ha svelato di essere stato proprio lui a consigliare il manager abruzzese come nuovo massimo esponente della casa automobilistica torinese: «Quando Umberto stava morendo – le parole di Gabetti sull’ex presidente di FCA – venne da me Morchio a dirmi che il successore era lui. Al funerale spiegava agli eredi di essere pronto a diventare anche azionista. Ebbero qualche tentazione, ma la respinsero. Allora mi tornò in mente Marchionne, che Umberto aveva portato in consiglio. Ai consiglieri dissi: c’è una scelta che vi raccomando, Marchionne, e una che vi raccomando di lasciar cadere. Presero la decisione giusta. Marchionne ha un tratto di genialità». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GIANLUIGI GABETTI È MORTO
Si è spento, all’età di 95 anni, Gianluigi Gabetti, braccio destro di Gianni Agnelli ed ex presidente della Olivetti Corporation of America. Ma prima di tutto ciò la Resistenza, con l’esperienza da partigiano nel corso della Seconda Guerra Mondiale. «Non sono mai stato, neanche lontanamente, un eroe. Non bisogna perdere la memoria nel rispetto di chi, a differenza del sottoscritto, ha dato prove coraggiose, fino al sacrificio estremo. Ed è nella difesa del valore supremo, la libertà, che la differenza tra le nostre generazioni si annulla», aveva raccontato a La Stampa, aggiungendo: «Volevo cercare di dire a qualcuno delle nuova generazione quali sono stati i valori morali al di là delle azioni compiute nel quadro della Resistenza. Per me è suggestivo trovarmi di fronte al Palazzo della Prefettura, dove mi reco sovente, gestivo il ricordo di tanti anni fa, del settembre del 1943 perché allora mi toccò di varcare quella soglia quando i tedeschi presero il potere in Italia. Ero stato convocato dal Generale, avevo avuto la tentazione di non presentarmi ma avevano nome e indirizzo dove stavano i miei, decisi di presentarmi: dissero di aver visto il mio nome tra gli allievi ufficiali e nella cartella risultava che io conoscevo il tedesco», sottolineando che scappò il giorno dopo insieme alla famiglia. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
JOHN ELKANN: “SEMPRE GRATO”
Non poteva mancare un commento da parte della famiglia Agnelli alla notizia della morte di Gianluigi Gabetti, storico braccio destro dell’Avvocato. A prendere la parola è stato il presidente Fca, John Elkann, che ha fornito un ricordo molto toccante del 94enne ex dirigente Fiat:”Oggi è un giorno triste, perché con Gianluigi Gabetti scompare un uomo di grande saggezza, integrità e cultura: per quasi mezzo secolo è stato molto vicino alla mia famiglia e ha contribuito a far conoscere e apprezzare Torino e l’Italia nel mondo”. Come riporta La Stampa, Elkann ha continuato: “In uno dei momenti più difficili che abbiamo attraversato nella nostra storia recente, ci è stato a fianco senza mai cedere davanti alle difficoltà, assumendosi difficili responsabilità con senso del dovere, che ci hanno permesso di superare un periodo buio. Nonostante le difficoltà Gianluigi non ha mai perso il suo stile unico, fatto di coraggio, umanità e ironia. Come già mio nonno, ho avuto la fortuna di condividere con lui molti anni di vita di lavoro e di amicizia: per quello che ha fatto, ma anche per come lo ha fatto, lo ricorderò sempre con affetto e gratitudine”. (agg. di Dario D’Angelo)
GIANLUIGI GABETTI E GIORGIO AGNELLI
Gianluigi Gabetti è morto a Torino all’età di 94 anni. Lo storico dirigente Fiat, per anni braccio destro di Gianni Agnelli, si è spento nella notte, come annunciato in un comunicato dalla famiglia. I funerali si terranno in forma privata, mentre la messa di trigesimo sarà pubblica e si svolgerà presso nella chiesa della Consolata di Torino. Come ricordato da “La Repubblica”, quello tra Gabetti e l’avvocato è stato un sodalizio di lunghissima durata: i due, infatti, si conobbero a New York nel 1971. Il ruolo di Gianluigi Gabetti era quello dell’uomo dei rapporti internazionali degli Agnelli e della Fiat. Gabetti era a proprio agio nei salotti che contano non solo in Italia ma nel mondo. Amico di Rockfeller e delle società della finanza d’affari come la banca Lazard, per decenni aveva curato il patrimonio della famiglia.
MORTO GIANLUIGI GABETTI
Quella di Gabetti è stata per gli Agnelli una presenza di garanzia per decenni. Come riportato da La Repubblica, quando la morte di Umberto Agnelli aveva privato la famiglia di una linea di successione immediatamente spendibile era stato proprio lui, insieme a Franzo Grande Stevens a guidare l’operazione che avrebbe condotto Sergio Marchionne ai vertici della società con una manovra poi rivelatasi di grande lungimiranza strategica. Con la sua caratteristica discrezione, Gabetti ha anche sorvegliato la gestione di Fiat nel momento cruciale in cui i debiti con le banche avrebbero potuto stritolare la società. Un cruccio era rappresentato per lui dall’equity swap che garantì il controllo degli Agnelli sul gruppo: venne processato e assolto. Di quella incriminazione diceva: “Non voglio che resti questa macchia su di me”. E’ stato Gabetti a riunire tutte le finanziarie di famiglia nella nuova Exor, la società che oggi controlla Fca, Ferrari e Cnh. Ha trascorso gli ultimi anni di vita a Torino