Gianluigi Lentini ha inaugurato con la figlia di Emiliano Mondonico, Clara, la mostra organizzata dal Toro Club locale dedicata al suo ex tecnico: “Io per lui ci sono sempre. Lo consideravo un padre“, dice Lentini che inaugura la mostra con una piccola battuta alla luce del ruolo di esterno offensivo ricoperto durante la sua carriera: “Io amavo puntare sempre l’uomo. Ma anche la donna“, come si legge sull’odierna edizione di TuttoSport. Lentini con Mondonico in panchina è stato uno dei punti fondamentali del Torino che nella stagione 1990-1991 raggiunse il quinto posto in campionato vincendo la Mitropa Cup. Stagione successiva che alza ancora di più l’asticella con il terzo posto raggiunto con la finale di Coppa Uefa persa contro il lancieri dell’Ajax a causa della regola dei gol in trasferta nel doppio scontro.



Non dimenticherà mai il suo allenatore e la sua presenza, insieme alla figlia del tecnico, ne è la prova durante l’inaugurazione del Toro Club ovvero un locale dedicato alle memorie del suo tecnico. Durante la mostra viene mostrata la sua celebre azione sulla fascia nel match vinto 2-0 contro il più titolato Real Madrid: “Mica mi chiamo Neymar”, dice Lentini che poi continua: “Se proprio non mi tiravano giù di brutto, io cercavo sempre di andare avanti, per un fatto di istinto. Mi faceva godere di più”.



Gianluigi Lentini: “Mondonico mi stuzzicava, voleva farmi dare di più”

Dopo le immagini del passato Lentini si lascia andare ad un ricordo sul suo allenatore: “Sembrava che il Mondo conoscesse solo il mio nome, in campo pareva che urlasse solo a me, che ci fossi solo io da sgridare. E io gli rispondevo, anche in allenamento. Però senza mai mancargli di rispetto. E finiva sempre tutto dopo neanche un minuto. Si creavano delle dinamiche tra noi davvero come un padre con un figlio. Mi stuzzicava, lo faceva apposta. Per farmi dare sempre di più. Non gli bastava mai: anche quando giocavo bene”, dice l’ex ala offensiva passata poi al Milan dopo il Torino.



Dopo aver ricordato il suo ex allenatore, arriva il momento del paragone con Ivan Juric, attuale tecnico del Toro. Come Emiliano Mondonico, Juric è solito instaurare un rapporto diretto con i suoi giocatori per spronarli a dare sempre più. In tal senso Lentini lo paragona al suo mister: “Sono i metodi che usava il Mondo per caricarmi, mi martellava di continuo. Anche a me piacciono Vlasic e Radonjic. Hanno tecnica, gamba, dribbling di classe. Magari in qualche momento allenatori così ti fanno persino inca**are in campo, ti sembra che ce l’abbiano solo con te. Ci mandavamo spesso a quel paese, in effetti“, dice Lentini che continua: “Ma così tiri fuori il doppio della grinta, non ti siedi mai, pensi sempre di dover dimostrare qualcosa, ti viene voglia di fargliela vedere prima di tutto a lui in panchina. Il Mondo era bravissimo a far rendere i giocatori”. Conclude infine l’ex giocatore del Torino con delle bellissime parole su Emiliano Mondonico: “La mia gratitudine è infinita”.