In una lunga intervista ad Avvenire arriva la pronta risposta del Vaticano al libro di Nuzzi che allarma sul “crac imminente” in cui la Santa Sede potrà incappare nei prossimi mesi. A parlare è il vescovo Nunzio Galantino, già segretario della Cei e attuale presidente dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica: «Il Vaticano non rischia il crac e tanto meno il default», spiega il Monsignore intervistato da Avvenire dopo le ombre addensate sul Vaticano per il libro di Nuzzi tra Ior, crac finanziari, Segreteria di Stato e addirittura caso Viganò. «Semplicemente non è vero», spiega Galantino smentendo le anticipazioni lanciate da Nuzzi sulla Repubblica; «gestione clientelare e senza regole, contabilità fantasma e testardo sabotaggio dell’azione del Papa» spiega il giornalista nel suo nuovo libro ma il vescovo replica punto su punto e ricorda «In realtà la gestione ordinaria dell’Apsa nel 2018 ha chiuso con un utile di oltre 22 milioni di euro. Il dato negativo contabile è esclusivamente dovuto a un intervento straordinario volto a salvare l’operatività di un ospedale cattolico e i posti di lavoro dei suoi dipendenti». Niente conti cifrati e neanche segreti, per il n.1 dell’Apsa anche lo scontro Curia-Papa non è per nulla veritiero «Contrapporre il Papa alla Curia è un cliché giornalistico usurato. Stiamo tutti continuando a lavorare per equilibrare entrate e uscite e dunque cerchiamo di fare proprio e soltanto quello che il Papa vuole. Altre letture sanno molto di ‘Codice da Vinci’, cioè di un approccio assolutamente romanzato alla realtà».



GIANLUIGI NUZZI: “VATICANO STA PER FALLIRE”

Gli ultimi giorni per il Vaticano non sono stati certamente semplici: il libro di Gianluigi Nuzzi sui presunti nuovi “scandali” era atteso e temuto, ma in più si sono aggiunte le dichiarazioni di Scalfari sulle presunte parole di Papa Francesco (smentite dalla Santa Sede) e soprattutto le dimissioni roboanti del capo della Gendarmeria vaticana Domenico Giani dopo le inchieste sorte sulla denuncia dello Ior contro la Segreteria di Stato. Ecco dunque che il nuovo libro del giornalista-saggista “Giudizio Universale” arriva come una spada di Damocle per la curia romana che sta attorno al Pontefice argentino. Secondo il conduttore di Quarto Grado, il Vaticano sarebbe addirittura sull’orlo del crac finanziario con il fantasma del default che potrebbe essere “dietro l’angolo”: «la task force ordinata da Papa Francesco ha scoperto un deficit che ha raggiunto livelli preoccupanti, a rischio di condurre al default». Ne ha parlato oggi su Repubblica Ezio Mauro e anche lo stesso Nuzzi che ha pubblicato una piccola anticipazione del volume dedicato al crac finanziario “potenziale”: «Gli scandali erodono la fiducia dei fedeli», e dunque sarebbero parecchie le difficoltà sorte dalla mancanza di donazioni che arrivano alla Chiesa Cattolica in questi ultimi anni.

LIBRO NUZZI, SI RIAPRE ANCHE IL CASO VIGANÒ

«Stamattina l’avvocato Angela De Rosa, è andata dal Promotore di giustizia vaticano e ha consegnato una copia del libro “Giudizio universale” corredata da una breve nota da me firmata esattamente come nel novembre 2017 quando sempre lei portò una copia di “Peccato originale” da cui è nata l’inchiesta sia vaticana, sia della procura di Roma sui presunti abusi ai chierichetti del preseminario San Pio X», spiega all’Ansa lo stesso Gianluigi Nuzzi che nei prossimi giorni girerà l’Italia per presentare il suo ultimo volume destinato a far discutere esattamente se non più dei precedenti. «Dai 16,4 milioni del 2015 si è passati ai 22,7 l’ anno dopo, ai 26,6 nel ’17, con una crescita del 62,19 per cento nel triennio, mentre le consulenze si sono gonfiate del 147 per cento, il costo del personale è aumentato del 15,56 e gli acquisti in 5 anni sono decollati, con un più 219 per cento. Così il budget 2019 mostra un aumento del deficit di 63,3 milioni, crescendo del 197,8 per cento», scrive Ezio Mauro nella sua “presentazione” al libro di Nuzzi. Non solo finanza e calo donazioni però, in “Giudizio Universale” si riaprirebbe anche il caso Viganò: attenzione, non l’ex nunzio Usa che accusa Papa Francesco di aver coperto per anni gli scandali della Pedofilia in Cile, bensì l’ex Prefetto per la Comunicazione del Vaticano costretto a dimettersi dopo l’accusa di aver censurato e “modificato” una lettera di Papa Ratzinger per farlo sembrare ancor più “stretto” a Francesco di quanto non apparisse nella missiva di Benedetto XVI. «In particolare era stata omessa la critica (poi rivelata dal sito “Settimo cielo” di Sandro Magister) alla pubblicazione di Benedetto, perché dava spazio al professor Hunermann che “capeggiò iniziative antipapali”», scrive ancora Ezio Mauro. Nel suo libro Nuzzi rivela uno scambio inedito di sms tra Viganò e monsignor Georg Gänswein, prefetto della casa pontificia, ancora segretario particolare del Papa Emerito: «Caro Dario hai fatto purtroppo un pasticcio molto grande. Mi dispiace. GG», scrive padre Georg, e a lui risponderebbe Viganò «Ma come? Ho letto il pezzo su cui avevamo preso accordi agli esercizi. Questo dimostra anzi come questa gente non voglia bene a Benedetto e lo usino come bandiera. Mi dispiace che tu pensi così. Abbiamo fatto bene i passi insieme e condiviso cosa fare. Perché mi dici questo? Comunque ora sono verso aeroporto ma domani torno e se credi ci sentiamo. D». Ma Gänswein non ci starebbe e avrebbe risposto, secondo Nuzzi, «Ne parleremo. La “manipolazione” della foto della lettera ha creato guai. Questo non abbiamo concordato. Buon viaggio, a domani. GG».

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