Alta tensione a “Diario del giorno” tra Gianluigi Nuzzi e Felice Manti durante il dibattito sulle novità relative alla strage di Erba, nello specifico alla decisione della Corte di Appello di Brescia di autorizzare la revisione del processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo. Se il conduttore di Quarto Grado si è mostrato perplesso riguardo la possibilità che i coniugi siano innocenti, pur precisando il rispetto nei confronti della legge, tanto da essere contento della decisione, perché «mette un punto ad un tormentato susseguirsi di indiscrezioni, suggestioni e mezze verità. Ora si fa ordine», il giornalista del Giornale invece è tra gli innocentisti.
«Io da 17 anni con Edoardo Montolli ci battiamo per dimostrare l’innocenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Abbiamo contribuito con le nostre inchieste giornalistiche alla riapertura di questo processo ed è una vittoria per questa professione, ma dobbiamo interrogarci su come siamo arrivati a questa condanna. Probabilmente c’è stata un’informazione cattiva sulle tre prove fondamentali che verranno passate al vaglio, come la macchia di sangue», ha dichiarato Felice Manti. Invece, per Gianluigi Nuzzi sono «suggestioni». Si sofferma quindi sulla macchia di sangue sul battitacco dell’auto di Olindo Romano per precisare: «Non si vede ad occhio nudo, ma col luminol. Se la fotografia viene fatta in un momento diverso, cioè dopo la seconda fase del luminol, allora non si vede, ma non vuol dire che non ci sia, infatti la macchia è stata repertata da un genetista e attribuita ad una delle vittime». A questo punto i toni iniziano a surriscaldarsi, perché Manti chiede di mostrare la foto scattata, mentre Nuzzi precisa che la macchina non si vede per i motivi già chiariti. «È un atto di fede», ironizza il primo, facendo insorgere il collega quando lo incalza sulla repertazione: «Come? Gianluigi spiega».
GIANLUIGI NUZZI “TONO ABRASIVO DI FELICE MANTI, HA UN CARATTERACCIO”
«Lo dici a casa tua ragazzo, giovane stai tranquillo che l’ordine disciplinare ti ha già dato torto, quindi muto e rispetta i colleghi, hai capito? Lo dici a tuo figlio!», sbotta Gianluigi Nuzzi a “Diario del giorno” contro Felice Manti. Il conduttore interrompe subito lo scontro, che però si riaccende dopo che il giornalista del Giornale affronta la questione della catena di custodia della prova e ricostruisce i dubbi sulla dinamica della morte di Valeria Cherubini. La sua spiegazione viene contestata dal conduttore di Quarto Grado, a cui Manti si rivolge provocatoriamente: «Parla tu Nuzzi, spiegaci e illuminaci». Nuzzi allora sbotta: «Questa ironia del povero Manti mi fa francamente tenerezza, tutti gli innocentisti di questi assassini hanno un atteggiamento fortemente aggressivo con chi ricorda che ci sono tre sentenze in giudicato. Io mi permetto di dire che quella donna non è morta per le ferite, ma per intossicazione dei fumi dell’appartamento. Lo dice il medico legale, che rispetto a Manti vale poca cosa. Ora abbiamo la giustizia di un gruppetto di giornalisti che ha studiato le carte e ritiene di essere il tribunale ultimo della giustizia italiana. Io da giornalista credo di più al lavoro di magistrati e carabinieri che hanno esaminato le prove. Se poi non sono sufficienti per la condanna… Il giornalista deve fare la cronaca, non il giudice».
Qualche minuto dopo, una volta che placati toni e animi, Nuzzi tende la mano al collega: «Manti non scende dalla Luna, seppur con un tono abrasivo perché ha un caratteraccio e seppur estremizzando le cose rendendole suggestive a mio avviso… quella prova non è stata repertata benissimo. Su questo aspetto la Corte d’Appello di Brescia potrebbe cassarla dopo una nuova valutazione». Poi però punge: «Manti fa un taglia e cuci delle cose in maniera enfatizzata, in maniera militante afferma e asserisce queste cose. La Cassazione ha confermato la condanna». La tregua dura poco, perché Manti rilancia: «Se la macchia di sangue non sta in piedi e finalmente Nuzzi lo ha ammesso…». E Nuzzi replica: «Non l’ho detto. Hai già perso davanti al consiglio disciplinare. Ho detto che è stata recuperata in maniera traballante, fai il giornalista se sei in grado, visto che l’ordine ti ha già dato una bacchettata. Dici cose false sulla mia reputazione, io non lo ammetto. Un’arroganza senza fine…».