Gianluigi Paragone si candida a sindaco di Milano. La comunicazione, spiazzante e non preceduta da sentori o voci di corridoio, è giunta nella prima mattinata di oggi, giovedì 20 maggio 2021, nel corso del programma di La 7 “Omnibus”, ai microfoni di Alessandra Sardoni: “È il momento giusto per dare la notizia, anche anticipando una conferenza stampa. Mi candido a sindaco di Milano perché per troppo tempo ho assistito e sto assistendo a una mutazione del capoluogo lombardo. Le città stanno cambiando pelle e Milano è considerata la più forte, con meno problemi, ma non è esattamente così”.
A cosa fa riferimento Paragone? Lo rivela egli stesso nel prosieguo del suo intervento in collegamento audiovisivo: “Le file, l’aumento delle code alla mensa della Caritas, alla menta dei poveri, fotografano un degrado del ceto medio, scivolato verso le posizioni più basse. Qualcosa non sta girando bene e io so il perché: c’è un sistema parallelo a quello dello Stato radicato nelle grandi metropoli, come ad esempio i grandi fondi speculativi proprietari delle aree urbane”. Un meccanismo che, secondo il politico, starebbe trascinando nel baratro anche la realtà meneghina.
GIANLUIGI PARAGONE SINDACO DI MILANO? “ECCO CON CHI MI CANDIDO…”
Gianluigi Paragone, esponente di Italexit, ha pertanto annunciato in esclusiva assoluta a “Omnibus”, programma di La 7, la sua candidatura a sindaco di Milano, cogliendo tutti impreparati, inclusa la redazione della trasmissione, come sottolineato anche dalla stessa conduttrice. Ma con chi correrà Paragone alle comunali del capoluogo lombardo? “La mia sarà una lista civica affiancata da liste che pensano che il tema del debito dello Stato debba essere centrale. Italexit avrà la sua centralità in una dimensione profondamente amministrativa. Riprenderemo e rilanceremo le sfide proprie di Italexit”. E ancora: “In questo momento il tema del debito lo stanno compensando attraverso expo e prestiti da realtà sovranazionali. Ci sono banche a forte trazione finanziaria, si parla sempre più spesso di periferie e si pensa che le città debbano essere solo grattacieli e vetrine”.