«Il MoVimento 5 Stelle è una truffa politica». La bordata arriva da Gianluigi Paragone, che conosce bene i grillini, tanto che dopo essere stato deputato M5s ha fondato il partito Italexit. Nell’intervista rilasciata a Libero ha parlato delle polemiche che hanno visto protagonista Nicola Morra, evidenziando una contraddizione del senatore. «Seguendo il suo ragionamento Gianroberto Casaleggio, che aveva un tumore al cervello, sarebbe stato inabile a gestire il Movimento Cinquestelle, e quindi non sarebbe nemmeno dovuto nascere». Inoltre, lo definisce «ipocrita» perché attacca la Lega che però lo ha aiutato a diventare presidente della commissione Antimafia. «Il Carroccio gli fa schifo? Si dimetta dal suo incarico. E così facciano tutti quelli che, nel Movimento, hanno ottenuto una poltrona grazie all’alleanza con Salvini». Secondo Paragone, però, Morra è solo l’ultimo dei problemi del MoVimento 5 Stelle: tira in ballo anche il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. «Incontra in segreto Castellucci, perno degli affari della famiglia Benetton?».
GIANLUIGI PARAGONE VS M5S: “PASTICCIO PATUANELLI…”
Gianluigi Paragone accusa poi il ministro Stefano Patuanelli di aver mentito sulla vicenda legata alla clausola salva Mediaset. «Per togliersi dall’impiccio ha spiegato pubblicamente che quella clausola è stata “voluta dall’Europa”. Poi però il ministro dell’Economia si è precipitato a chiamare l’ad di Vivendi, che minacciava una denuncia in sede europea contro l’Italia, per spiegargli che quella norma sarebbe solo temporanea», ha raccontato il leader di Italexit nell’intervista a Libero. Ma attacca il ministro dello Sviluppo economico anche per i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. «Pensate solo che parte dei soldi per questi pagamenti sono stati usati per rimpinguare le casse del decreto ristori bis». Paragone ne ha per tutti i grillini. Da Fico, che si faceva fotografare sul bus («Perché non ci andava con la pandemia in corsa a vedere la folla nelle ore di punta?»), a Bonafede, che non ha ancora chiarito del tutto la vicenda Di Matteo. Senza dimenticare la Azzolina, «che nega la trasparenza sugli atti del suo concorso».