Una busta anonima è stata recapitata nell’abitazione privata di Pavia di Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato. All’interno della lettera, che conteneva minacce di morte, anche un proiettile. A raccontare l’accaduto è stato proprio lo stesso senatore leghista: “Ho aperto la cassetta dove c’era una busta senza francobollo e ho notato subito un rigonfiamento: era un proiettile. E il foglio che lo accompagnava diceva: ‘Adesso sappiamo dove abiti’” ha spiegato. Il politico ha subito sporto denuncia in questura.



Centinaio, poi, ha proseguito: “Sono preoccupato per l’escalation di violenza. Sono stato vittima di un’aggressione verbale durante la campagna elettorale per le ultime politiche, ho ricevuto lettere anonime e il 10 gennaio dello scorso anno sono stato aggredito mentre passeggiavo in corso Cavour. Ma non riusciranno a fermarmi, andrò avanti a fare il mio lavoro senza lasciarmi intimidire”.



Centinaio: “Nei miei confronti un’escalation di violenza”

Un episodio, quello delle minacce a Gian Marco Centinaio, che non è passato inosservato e che ha scaturito una serie di reazioni nel mondo della politica. La Russa ha parlato di una “intimidazione inaccettabile”. D’accordo anche Lorenzo Fontana, che si augura che i responsabili vengano presto individuati e puniti. Matteo Salvini ha parlato di un “brutto clima d’odio”. Il capo del Viminale, Matteo Piantedosi, ha sottolineato come si tratti di “un atto vigliacco che, pur celato dietro l’anonimato, non resterà impunito”.



La busta con il proiettile a Centinaio è arrivata dopo una serie di episodi minatori nei confronti del senatore, che a suo dire rappresenterebbero una “escalation di violenza”. In passato, il leghista ha spiegato di essere “stato vittima di un’aggressione verbale durante la campagna elettorale per le ultime Politiche, ho ricevuto lettere anonime e il 10 gennaio scorso sono stato aggredito mentre passeggiavo in corso Cavour. Ma non riusciranno a fermarmi, andrà avanti a fare il mio lavoro senza lasciarmi intimidire“.