Svolta nel caso Gianmarco Pozzi: inizia l’analisi degli effetti personali

A più di due anni dalla morte di Gianmarco Pozzi non c’è ancora una spiegazione precisa a quello che è successo al ex pugile 28enne il 9 agosto 2020. Secondo i primi interventi dei soccorsi, che avrebbero trovato Gianmarco senza vita in un’intercapedine tra un muro ed una villetta, si trattava di un suicidio, tesi alla quale i familiari non hanno mai creduto. Tutto questo è avvenuto sull’isola di Ponza, sulla quale Gianmarco viveva assieme ad alcuni suoi amici, ed alcuni aspetti dell’indagine ancora oggi non convincono.



La trasmissione Storie Italiane in onda su Rai 1, nella puntata di oggi è tornata a parlare del caso che, a quanto pare, è arrivato ad una nuova svolta. Infatti, a più di due anni dalla morte di Gianmarco Pozzi gli inquirenti hanno deciso di analizzare gli effetti personali dell’ex pugile, per tutti questi anni ignorati visto che il caso era stato archiviato come suicidio. Il caso era, poi, stato riaperto dopo che la perizia di Vittorio Fineschi, richiesta dalla famiglia di Gianmarco e, dunque, considerata “di parte”, escluse categoricamente l’ipotesi del suicidio, pensando invece ad un omicidio.



Come è morto Gianmarco Pozzi?

Insomma, attorno al caso che riguarda la morte di Gianmarco Pozzi aleggerebbero parecchi dubbi. Innanzitutto, e la famiglia lo ripete fin dai primi momenti successivi al ritrovamento del corpo di Gianmarco, come confermato dalla sorella Martina in diretta a Storie Italiane, nell’intercapedine in cui è stato trovato il ragazzo non c’erano tracce di sangue. Circostanza piuttosto dubbia, considerando soprattutto che al ferita fatale sulla testa di Pozzi era profonda e non si sarebbe potuta aprire senza sangue.

Inoltre, sulla schiena di Gianmarco Pozzi l’infermiera del 118 che intervenuta dopo la segnalazione conferma di aver visto un gran numero di spine, che fanno pensare al fatto che il corpo potrebbe essere stato trascinato attraverso dei rovi e gettato nell’intercapedine in un secondo momento. Oltre a questo, il telefono della vittima, inizialmente ritrovato perfettamente integro, tanto da permettere di verificare l’ultimo numero chiamato dal ragazzo prima della morte.



Eppure, la perizia del medico legale ha indicato il cellulare come distrutto, al punto da costringere il perito a chiederne la riparazione dello schermo. I dubbi e le perplessità sul caso legato alla morte di Gianmarco Pozzi sono veramente parecchi, mentre le indagini in questi due anni avrebbero esclusivamente seguito la pista del suicidio, ignorando tutti i campanelli che facevano pensare ad un omicidio, circostanza sui cui, però, la procura ora ha iniziato ad indagare.