A “Storie Italiane”, nel corso della puntata di oggi, martedì 16 novembre 2021, si è tornati a parlare del caso di Gianmarco Pozzi, il giovane pugile morto nell’estate del 2020 sull’isola di Ponza in circostanze ancora oggi misteriose. Inizialmente l’episodio fu bollato come suicidio, ma ora stanno emergendo nuove verità, grazie anche alla testimonianza di una donna che avrebbe visto l’omicidio del giovane e sulla cui identità le autorità stanno indagando.
In studio sono intervenuti il papà Paolo e la sorella Martina, con quest’ultima che ha affermato: “Per mesi si è parlato di un delirio in cui sarebbe stato in preda mio fratello e che lo avrebbe spinto al suicidio, gettandosi in un’intercapedine. Ora il nuovo pm ci ha dato speranza. Mio fratello merita che venga a galla la verità. Credo che lui sia molto orgoglioso del percorso che sta facendo mia papà. Sicuramente ne apprezza la dignità e l’unione che ci ha comunque insegnato. Siamo una famiglia molto unita e questi valori non sono per tutti. Sono sicura che supereremo tutto questo insieme, siamo pronti a tutti. Mio fratello merita la pace e io sono sicura che ci arriveremo”.
GIANMARCO POZZI, IL PADRE RICEVUTO IN UDIENZA GENERALE DA PAPA FRANCESCO”
Il padre di Gianmarco Pozzi è stato ricevuto nei giorni scorsi in udienza generale dal Santo Padre, da Papa Francesco: “Sono cattolico, sono credente, ma da quando è successo tutto io ho un sacco di dubbi. Sono riuscito a consegnargli la lettera e avergliela consegnata per me è stato il massimo della soddisfazione”.
Queste le parole contenuta nella missiva: “La mia vita da quel 9 agosto è cambiata, viviamo nel dolore e cerchiamo di sopravvivere per trovare giustizia e verità per Gianmarco. Lui nell’estate 2020 lavorava come buttafuori in un locale a Ponza, era una campione di kick boxing, aveva 28 anni. È stato trovato morto in un’intercapedine larga appena 80 centimetri e il suo corpo era massacrato, pieno di lividi e di botte […] Al suicidio non abbiamo mai creduto, per questo abbiamo deciso di iniziare a combattere per avere giustizia”.