Anche quest’oggi, martedì 19 ottobre 2021, nel corso della trasmissione di Rai Uno “Storie Italiane” si è parlato della vicenda connessa alla morte di Gianmarco Pozzi, il giovane pugile ritrovato senza vita sull’isola di Ponza nell’estate 2020. Inizialmente le autorità avevano bollato l’episodio come suicidio, ma ora si è a un punto di svolta, in quanto è stata rivelata l’esistenza di una supertestimone, una donna che sostiene di avere visto il corpo esanime del ragazzo spuntare da un carriola coperta da un telo.
L’avvocato della famiglia Pozzi, Fabrizio Gallo, ha confermato: “Pensiamo che la persona che ha parlato dell’esistenza di questa superteste stia per essere sentita dal pubblico ministero, oggi, al massimo domani. Il teste de relato, l’uomo che ha dichiarato di fronte alle telecamere quanto riferitogli dalla donna, riveste un ruolo cruciale. Noi già da mesi sapevamo che c’era questa testimonianza, in grado di cambiare il quadro della situazione, spostandolo da un banale incidente, a cui non abbiamo mai creduto, a un vero e proprio omicidio. Altra cosa importante: il cellulare di Gianmarco, secondo i carabinieri era integro”.
GIANMARCO POZZI, LA SORELLA MARTINA: “PASTICCHE NELLA VALIGIA DI MIO FRATELLO, CHI LE HA MESSE?”
La sorella di Gianmarco Pozzi, Martina, ha sottolineato successivamente: “Nella perquisizione della valigia arancione di mio fratello, viene messo a verbale dal suo coinquilino che c’erano due bustine vuote contenenti cocaina che avrebbe usato Gianmarco. Io, la mattina del 10 agosto, da questo stesso inquilino vengo messa a disposizione dello stesso bagaglio e trovo una busta piena di pasticche, che ho fotografato e purtroppo ho buttato, perché pensavo che i carabinieri le avessero repertate”.
Infine, è stata rilevata un’incongruenza sugli orari. Un testimone ha dichiarato: “Io passavo per strada e mi hanno chiesto di un rumeno morto. Quella mattina sono sceso per fare la strada e altri signori che stavano là hanno detto che era morto un rumeno. Erano le dieci. Poi alle due ho sentito che tutti parlavano di Gianmarco”. Questo significa che un’ora prima del ritrovamento del corpo, qualcuno sapeva che il giovane era deceduto.