Storie Italiane torna ad occuparsi stamane del caso di Gianmarco Pozzi, il giovane ragazzo trovato senza vita a Ponza e che secondo la famiglia è stato ucciso. E’ comparsa una carriola nella zona dove è stato trovato il cadavere: “L’ho sempre cercata e quando l’ho trovata sono rimasto basito, possibile che nessuno abbia mai fatto un controllo?”, le parole di Paolo Pozzi, il papà della vittima. Percorrendo la strada tra i rovi il padre ha visto questo tubo metallico ed ha scoperto che fosse appunto una carriola: “Quando l’ho vista ho pensato subito che fosse servita per trasportare il corpo di Gianmarco”. Martina, la sorella di Gianmarco, ha aggiunto: “Quando papà ha detto la carriola si è aperto un ricordo di quella persona che tre anni fa aveva detto di aver visto un ragazzo trasportato su quella carriera. Ora spero nei tempi: l’abbiamo trovata due mesi fa e siamo ancora in attesa dei risultati. Non sappiamo anche tante altre cose e forse a distanza di tre anni è il caso che qualcuno dia delle risposte”.



L’avvocato della famiglia di Gianmarco Pozzi, presente in studio a Storie Italiane, aggiunge: “Il ritrovamento della carriola è un elemento di riscontro rispetto a quelle dichiarazioni di una donna che non si sa che fine ha fatto e che aveva visto un corpo di un ragazzo con i piedi penzolanti coperto da un sacco nero in quella carriola”. Ma come sta procedendo la situazione? “Ci sono le indagini per verificare se su questa carriola vi sono tracce ematiche o di dna. Il ritrovamento della carriola è importantissimo”.



GIANMARCO POZZI: “SUICIDIO DA ESCLUDERE TOTALMENTE”

L’avvocato della famiglia di Gianmarco Pozzi ha quindi aggiunto: “L’idea del suicidio è da escludere totalmente”. Storie Italiane ha quindi mandato in onda una vecchia telefonata fatta da Martina, la sorella della vittima, ad un medico secondo cui il fratello appena rinvenuto era sicuramente morto non da pochi minuti ma da diverse ore: “Dovevamo quindi trovare la verità”.

Paolo, il papà di Gianmarco, ha ripreso la parola dicendo: “C’è qualcuno che ha insabbiato tutto e che non ha fatto ciò che doveva fare”. L’avvocato ha precisato: “Non è stato fatto in malafede, ci sono state mancanze nelle indagini e ce le siamo portate avanti, come ad esempio non sequestrare la casa e il luogo del ritrovamento”. Il papà ha poi concluso: “A breve verrò ascoltato dalla commissione anti mafia”, visto che è probabile che dietro questa vicenda potrebbero esserci la criminalità organizzata.