gIANMARIA è stato ospitato nel corso del pomeriggio nel salotto di Oggi è un altro giorno da Serena Bortone. Tra una domanda e l’altra ne ha approfittato anche per parlare un po’ di se stesso, del suo passato e di quello che gli è capitato dopo il successo di Sanremo. Seppur, infatti, sia arrivato 22esimo, dopo la pubblicazione sulle maggiori app e siti di streaming, ha riscosso una sorta di nuovo successo. Una tendenza piuttosto comune, quella capitata a gIANMARIA dettata soprattutto dal fatto che i giovani e giovanissimi tendono a non votare per la classifica del festival, pur premiando artisti e canzoni con i loro ascolti e commenti social.
gIANMARIA: “Fui manipolato da una ex, ero ossessionato”
Tra una cosa e l’altra il giovane, 21enne ad agosto, talento gIANMARIA ha parlato, insomma, di se stesso. Dopo il festival racconta di essere “tornato a casa per due giorni, poi sono tornato a Milano dove vivo, ma sicuramente ci tornerà prossimamente. Mia sorella è molto emozionata per Mostro, ma gliel’avevo già fatta sentire molto prima”. Interpellato sul tema della fragilità e dell’intimità che traspare nei suoi pezzi, confessa che “ho fatto un lavoro di ricerca estremo perché non avevo molti stimoli e ho dovuto parlare quasi esclusivamente di me stesso”.
Ora, gIANMARIA, è gratificato soprattutto dai “molti commenti positivi che ricevo per quello che faccio”. Raccontando il passato, invece, ricorda che la prima esibizione la fece quando “avevo 15 anni circa, mi hanno chiamato delle persone e mi hanno fatto cantare nel cortile interno di una polpetteria, due canzoni e poi sono andato. A 15 anni avevo già un progetto che ho concluso a 17, quando ho iniziato” con il nuovo progetto, portato a Sanremo. Invece, l’artista parlando del nuovo album racconta che la canzone “La città che odi”, che parla di amore tossico e dipendenza emotiva. “È una storia vera, la relazione più lunga che ho avuto, e mi ha segnato e cresciuto. Io non riuscivo a stare senza quella persona, ma con il passare del tempo un po’ alla volta ce l’ho fatta ad essere indipendente. Probabilmente mi manipolava, ma diciamo che ero tantissimo innamorato, non ossessionato, e continuavo a cercarla, anche se lei mi faceva del male. Non lo faceva volontariamente, ma non le interessava di avermi ferito e di riparare. Quando tornava, però, cedevo sempre”. Su come ne sua uscito, gIANMARIA non sa rispondere, ma sostiene che “ci ho sbattuto la testa per un anno e ne sono uscito, ma non è stato facile”.