Chi è Gianna Anselmi, sorella di Tina Anselmi: il loro rapporto

Gianna Anselmi è la sorella di Tina Anselmi, la celebre parlamentare scomparsa otto anni fa, nota anche per essere stata una partigiana. Una donna coraggiosa, di grandi valori, che la sorella Gianna ha ricordato in un’intervista rilasciata lo scorso anno a Repubblica.



Com’era Tina? Autorevole. Ma anche affettuosa, attenta, con me e mia sorella Maria Teresa. – ha raccontato Gianna Anselmi – Dopo la guerra ci sono state tante difficoltà, e per la mamma era un punto di riferimento. Era un po’ maschiaccio, come me, che ho giocato a pallacanestro finché non mi sono sposata, facevo le gare di sci, ero spericolata. Tina mi assecondava, mamma non andava neanche in bicicletta”. Così come nella vita, anche nella politica l’obiettivo primario di Tina Anselmi era mettersi al servizio degli altri, perché “credeva nei valori: ‘Mai soddisfatti di essere arrivati, la politica si combatte giorno per giorno. Mai fidarsi delle apparenze'”, ha spiegato la sorella.



Gianna Anselmi e la malattia della sorella Tina: “È durata tantissimo”

Non sono mancati momenti, nel corso della carriera politica di Tina, in cui Gianna Anselmi e sua madre hanno temuto per lei: “Quando nostra mamma era viva, Tina ci teneva nascoste le sue preoccupazioni. – ha raccontato la donna – Era già mancata quando divenne presidente della Commissione P2, e noi eravamo in apprensione. ‘A me non succederà niente’ ci rassicurava, spiegando che doveva arrivare alla verità. Piuttosto si preoccupava per noi, sposate e con bambini piccoli. Lei era coraggiosa”.



La sorella di Tina Anselmi ha infine ricordato quanto siano stati difficili gli ultimi anni di vita per la parlamentare: “La malattia, iniziata lentamente, è durata tantissimo. – ha spiegato – Per più di dieci anni l’hanno abbandonata pubblicamente. Dopo che è mancata ci siamo stupite per come si è tornati a parlare di lei: libri, articoli, scuole e giardini intestati a Tina Anselmi. Andava nelle scuole a parlare ai giovani. Per le tesi di laurea, i ragazzi venivano a casa, per lei era una gioia immensa”.