Gianna Del Gaudio uccisa da una mano ignota, il killer ancora a piede libero. Ne è convinta la difesa di Antonio Tizzani, marito della donna assassinata nella loro casa di Seriate la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016, e ne sono convinti i giudici d’appello che, a Brescia, hanno confermato l’assoluzione dell’uomo dall’accusa di omicidio volontario. Non è lui, secondo primo e secondo grado di giudizio, l’assassino della ex professoressa sgozzata 6 anni fa. Alla sbarra come davanti alle telecamere dei giornalisti, Antonio Tizzani si è sempre dichiarato innocente e ha ribadito la sua versione: a uccidere la moglie sarebbe stato un misterioso “uomo incappucciato” che, chissà per quale motivo, gli avrebbe risparmiato la vita.



Antonio Tizzani è innocente e il suo Dna trovato sul taglierino non è stato depositato durante l’omicidio, ma dopo  – ha affermato a Lombardia Nera Giorgio Portera, genetista foresene e consulente della difesa – per contaminazione. Per noi e per la sentenza, il Dna dell’assassino è quello rinvenuto dentro i guanti in lattice”. Portera fa riferimento al materiale genetico isolato in sede di indagini e ancora oggi ignoto. Per Antonio Tizzani il sostituto procuratore generale di Brescia, Francesco Rombaldoni, aveva chiesto l’ergastolo. “Sollevato in parte perché ancora non abbiamo giustizia“: questo un passaggio del commento del marito della vittima a margine della sentenza d’appello.



Antonio Tizzani assolto anche in appello, parla il consulente della difesa

Giorgio Portera, genetista forense consulente della difesa di Antonio Tizzani, ha parlato delle evidenze rilevate nel caso di Gianna Del Gaudio e degli elementi che avrebbero condotto alla conferma della sua assoluzione in appello. Il marito di Gianna Del Gaudio continua a dirsi innocente e, ha spiegato l’esperto ai microfoni del programma Lombardia Nera, vi sarebbero diversi reperti a provare la sua totale estraneità al delitto. Su tutti la presenza di un Dna ignoto all’interno dei guanti in lattice trovati in prossimità dell’abitazione di Seriate che fu teatro dell’omicidio, materiale che, sostiene il consulente, apparterebbe proprio al killer ancora senza identità.



Il Dna dell’assassino è quello rinvenuto nei guanti usati per uccidere“, ha sottolineato Portera nella trasmissione di Marco Oliva su Telelombardia. Sulla scena del crimine, secondo quanto dichiarato sempre dal genetista alla trasmissione, sarebbero state evidenziate “tantissime manate e impronte di sangue tutte completamente prive di impronte digitali. Quindi questo, con il fatto che ci siano guanti con Dna della deceduta e Dna ignoto, in assenza completa del Tizzani perché nei guanti non c’è suo Dna, ci permette di dire che l’assassino non è Antonio Tizzani. All’interno della scena del crimine ci sono i movimenti di un altro soggetto”. Secondo Giorgio Portera, il giallo di Gianna Del Gaudio potrebbe trovare una corretta messa a fuoco nell’ipotesi di una rapina finita male. A supportare la sua idea sull’omicidio di Gianna Del Gaudio, la scomparsa di una “catena d’oro” che la donna avrebbe portato al collo anche la sera della morte: “Non è mai stata ritrovata, è stata cercata pure sul tetto…“.