C’è un serial killer dietro gli omicidi di Gianna Del Gaudio e Daniela Roveri? Le due donne, di 63 e 48 anni, furono uccise rispettivamente a Seriate e Bergamo a distanza di pochi mesi l’una dall’altra e la pista di un unico assassino continua a tenere banco tra le ipotesi sui due delitti.
Del Gaudio fu sgozzata in casa sua la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016, secondo la versione del marito, Antonio Tizzani, da un “uomo incappucciato” che si sarebbe introdotto nella loro abitazione e l’avrebbe colpita a morte con un’arma da taglio. Daniela Roveri morì per un fendente alla gola nell’androne del suo palazzo la sera del 20 dicembre dello stesso anno e nessuno dei due casi è stato risolto.
L’omicidio di Gianna Del Gaudio a Seriate
Gianna, secondo la ricostruzione ufficiale, fu colpita nella sua abitazione di Seriate e il marito Antonio Tizzani, poi processato e definitivamente assolto nel 2023 dall’accusa di omicidio, disse fin da subito che la donna fu vittima di un killer ignoto che avrebbe agito a volto coperto dopo essersi introdotto nella loro villetta.
Il corpo della donna fu trovato in cucina, riverso a terra in una pozza di sangue, e l’assassino non avrebbe lasciato tracce eccetto quanto repertato su un paio di guanti trovati, a distanza di mesi, in una siepe a poca distanza dal luogo del delitto. Un Dna mai attribuito che, però, avrebbe qualcosa in comune con il caso di Daniela Roveri.
Il nodo del Dna nei casi di Gianna Del Gaudio e Daniela Roveri
Il Dna isolato in entrambi i casi – in quello della Del Gaudio sui guanti e in quello di Daniela Roveri sul volto della vittima – sarebbe stato indicato come “fortemente compatibile” dal genetista Giorgio Portera, ex ufficiale del Ris di Parma e consulente del marito della 63enne uccisa a Seriate.
“Non parlo di serial killer – dichiarò Porteta a margine del processo a carico del suo assistito –. La compatibilità è forte, l’identificazione di Ignoto 1 è abbastanza chiara: i due casi sono vicini non solo dal punto di vista del Dna ma anche nella dinamica“.