Gianna Nannini ha concesso un’intervista ai colleghi di “QN”, diffusa nella giornata di mercoledì 20 aprile 2022. In primis, la cantante ha parlato della sua produzione di vino rosso alla Certosa di Belriguardo: “Mio padre Danilo diceva che la terra non arricchisce, ma non tradisce, e io ho seguito il suo suggerimento. Ho affidato l’attività agricola a collaboratori geniali che hanno trasformato un’azienda coi segni dell’età in un giardino”.



Peraltro, il papà dell’artista era priore della contrada della Civetta, mentre lei dell’Oca: “Già, a Siena l’appartenenza è data dal luogo di nascita. Io sono nata in via delle Terme angolo Santa Caterina, quindi piena contrada dell’Oca. Una volta sono pure tornata a visitare la casa all’ultimo piano dove sono venuta al mondo, dove m’hanno messo la bandiera del rione accanto alla culla. Oggi si nasce in ospedale e occorre quindi il battesimo in contrada, che non è la stessa cosa. Anche se il legame rimane, perché il Palio è una tradizione popolare di trance, di stato alterato di coscienza”.



GIANNA NANNINI: “AVREI POTUTO VINCERE SANREMO”

Nel prosieguo del suo intervento sulle colonne di “QN”, Gianna Nannini ha rivelato che con “Fotoromanza”, nel 1984, vinse il Festivalbar, ma avrebbe potuto conquistare il Festival di Sanremo: “Ai miei discografici, che quell’anno spingevano per portarmi a Sanremo, dissi che con questa canzone avrei vinto, ma non ci sarei andata. Poi, l’ho vinto lo stesso nel 2008, scrivendo ‘Colpo di fulmine’ per Lola Ponce e Giò Di Tonno”.

Il primo brano che la figlia di Gianna Nannini, Penelope, ha ascoltato, è stato un pezzo scritto apposta per lei nell’album “Inno”, dal titolo “Ninna nein”: “Anche se è appassionata di musica inglese e americana, mia figlia conosce tutte le mie canzoni. Chissà dove le ha imparate”. Il primo incontro con Loredana Bertè avvenne negli anni Ottanta, al Festivalbar: “Vedendomi arrivare nel retropalco spettinata, disse che mi avrebbe fatto sistemare dal suo parrucchiere. Un gesto carino, che apprezzai molto, ma le dissi che preferivo lasciare tutto arruffato così com’era”.