Gianna Nannini è tornata più in forma che mai con il suo nuovo album La differenza, “un disco nato in nove mesi,  come una bambina”, ha dichiarato ad Andrea Scanzi per Il Fatto Quotidiano, dove ha raccontato come ha realizzato il suo nuovo lavoro discografico, esattamente come si faceva con i dischi di 34-40 anni fa. “Sognavo un disco dove tutto suonasse come se provenisse da uno strumento solo. In Italia non facciamo mai gruppo, infatti non esiste una band seria o quasi”, ha commentato. Ad ispirarla Londra e Nashville. “A Londra, sotto la mia stanzetta, abitava uno scrittore inglese di 91 anni. Parlando con lui mi sentivo quasi Virginia Woolf sul serio”, ha raccontato. La Nannini ha poi detto la sua anche sui problemi che infiammano ancora il nostro Paese e non solo sul piano artistico. Lei però, vuole sottolineare solo le cose belle. “Certo non ci vogliamo bene per niente: ero a Barcellona e lì sono giustamente orgogliosi del flamenco. Noi invece ci vergogniamo delle nostre tradizioni, e per far suonare come si deve – cioè a modo mio – un cazz* di mandolino sono dovuta andare a Nashville”, tuona. Scanzi le ricorda l’attenzione rivolta oggi alle Sardine, anche se in pochi ricordano di quando nel 1995 la stessa rocker toscana si arrampicava sul balcone dell’ambasciata francese per protestare contro i test nucleari di Chirac a Mururoa. “Ogni protesta democratica mi piace, ma sulle Sardine per ora non mi esprimo. Chi sono, chi c’è dietro? Quando mi arrampicai, ero molto dentro Greenpeace. La mia band aveva paura di essere arrestata e mi lasciò sola. Ne trovai un’ altra, i Settore Out”.



GIANNA NANNINI, DA MARA MAIONCHI AD ANTONIONI

Una ribelle come Gianna Nannini però, è al tempo stesso anche una fan sfegatata di Massimo Ranieri: “Venivo da una cultura contadina, in casa si guardava la tivù con Modugno. Per un po’ ho pensato che il bel cantato fosse incarnato da Massimo Ranieri. Così ero sua fan. Di lui e di Nada”, ha spiegato. A scoprirla fu però Mara Maionchi che, come spiega, al suo provino si mise a piangere ma poi “spaccò un tavolo dalla rabbia perché volevo cercare un altro manager. E quel tavolo me lo mise pure in conto, detraendolo dalle royalties”, anche se all’epoca non vendeva nulla. Infine ha detto la sua anche sul video di Fotoromanza, girato da Michelangelo Antonioni: “Anno 1984. Stavo con un ragazzo che si rubò tutta la scenografia: povero Michelangelo, aveva una sceneggiatura pazzesca e girò senza niente!”, ha rivelato. Era il suo mito ma, spiega, “all’ epoca non c’ ero tutta con la testa e non me la sono goduta appieno. Prima di quel video non c’ eravamo mai visti. Antonioni sapeva creare emozioni ancestrali: nella scena chiave, ha aspettato tre ore prima di darci il ciak”.

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