Gianna Maria-Onore Bryant, o più semplicemente Gianna Bryant, è la figlia di Kobe Bryant che morì insieme al padre esattamente un anno fa, il 26 gennaio 2020, nell’incidente in elicottero nei pressi di Los Angeles che ha spezzato la vita di uno dei campioni più amati nella storia del basket Nba, tragedia acuita dal fatto che le vittime sono state ben nove, compresa appunto la tredicenne Gianna. La ragazza era nata il 1º maggio 2006 ed aveva dunque solamente 13 anni nel giorno della tragedia, eppure si cominciava a parlare di lei come un talento in erba del basket femminile, che magari sarebbe potuta diventare l’erede “in gonnella” del mitico Kobe, che proprio per stare vicino alla passione della figlia Gianna aveva cominciato a seguire con maggiore attenzione anche il basket femminile. Dobbiamo anzi ricordare che quella domenica mattina Kobe e Gianna Bryant avevano preso l’elicottero proprio per andare a una partita alla Mamba Sports Academy: potremmo dunque parlare di Gianna Maria-Onore Bryant come della figlia prediletta, almeno nel senso di colei che più sembrava avviata a provare a seguire le orme del padre nel basket.



GIANNA BRYANT, UNA GIOVANE PROMESSA DEL BASKET SULLE ORME DI KOBE

Gianna Bryant andava spesso alle partite della Nba, in genere accompagnata da papà Kobe dopo il ritiro di Bryant dall’attività agonistica: conosceva dunque i giocatori e su questo possiamo segnalare un particolare aneddoto. Trae Young, playmaker degli Atlanta Hawks, dopo la tragedia di un anno fa aveva raccontato sui social di una chiacchierata avuta proprio con Gianna in occasione dell’ultima partita che la ragazza aveva visto dal vivo con papà Kobe, nella quale Gianna Maria-Onore aveva svelato a Young che lui era uno dei suoi giocatori preferiti.

La morte di Gianna Bryant dunque ha colpito tutto, innanzitutto perché naturalmente la scomparsa di una ragazza di 13 anni è sempre una tragedia, ma anche perché la ragazza iniziava ad essere conosciuta, un fenomeno ben noto con tanti figli d’arte, vedi l’interesse per Mick Schumacher fin dalle categorie minori dell’automobilismo. Mick è arrivato in Formula 1, magari un giorno avremmo anche potuto ammirare le geste di Gianna Maria-Onore Bryant nella WNBA (che è il massimo campionato americano di basket femminile), ma purtroppo non lo sapremo mai…

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