Troppi ritardi, il rischio di Dad a settembre alla ripresa della scuola è concreto. A dirlo è una delle persone più informate sullo stato dell’arte: Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Intervistato da La Repubblica, Giannelli ha dichiarato: “Se non si accelera, non si usa a pieno l’unica arma rimasta, che è la vaccinazione, in diverse scuole l’avvio dell’anno scolastico avverrà con la didattica a distanza. È inevitabile. Sarebbe la terza stagione e pensarci mette sconforto“.
Attualmente per docenti e amministrativi della scuola può vantare secondo Giannelli “anche qualcosa in più” dell’85% di copertura con la prima dose di vaccino: “Ritengo che la cifra di duecentomila persone mancanti all’appello sia sovrastimata. L’interruzione della campagna vaccinale dedicata a maestri e professori probabilmente non ha interrotto le vaccinazioni dei docenti, solo le ha fatte registrare sotto altre voci: over 40, over 50. Io credo, comunque, che, se accompagnati nel modo giusto, quasi tuti i docenti si immunizzeranno“. Su un punto, però, Giannelli non arretra, ovvero la necessità dell’obbligo vaccinale: “Sempre convinto. Bisogna accelerare la vaccinazione di chi frequenta la scuola. Siamo in ritardo, già oggi. Se poi spostiamo tutto al 20 agosto, saremo in un ritardo irrecgianuperabile“.
GIANNELLI: “RISCHIO DAD A SETTEMBRE, SULLA SCUOLA TROPPI RITARDI”
Quella citata da Giannelli, il 20 agosto, non è una data scelta a caso, ma si riferisce a al diktat del commissario Figliuolo alle Regioni, con la richiesta dei numeri di chi non si è ancora vaccinato. Al riguardo il numero uno dei dirigenti scolastici commenta: “Quella data fa capire due cose: oggi i numeri veri non li hanno né governo né Regioni, e, secondo, che cosa se ne faranno il 20 agosto? Quando mancheranno venticinque giorni all’avvio dell’anno scolastico? Ancora tardi“. Il vero nodo, però, secondo Giannelli è quello dei ragazzi: “Qui temo non ci siano davvero più i tempi per risolverla. Gli over 12, i ragazzi che possono ricevere l’iniezione, sono quattro milioni. Ecco, in quattro milioni devono ricevere due dosi con un intervallo, in mezzo, di almeno tre settimane. A un mese e mezzo dalla ripartenza scolastica la vedo dura. Servirebbe una macchina pubblica davvero efficiente, che forse non abbiamodi. Quindi in molte classi non sarà possibile il distanziamento, cosa che fa propendere per il ritorno alla Dad. A meno che non si cambino i protocolli sanitari, con un atto dell’Istituto superiore di sanità“. Secondo Giannelli, insomma, il cambio di governo non ha prodotto il cambio di passo sperato sulla scuola: “Troppo attendismo. In un momento di emergenza servono decisioni rapide e nette“. Giannelli chiede “Certezze cliniche. Sulle varianti del virus e sui giovani, sulla generazione di queste varianti e sul loro impatto sui giovani e gli adulti. Anche queste risposte non stanno arrivando“.