Gianni Alemanno è vittima di un accanimento politico secondo Marco Rizzo. Ad esprimere solidarietà nei confronti dell’ex sindaco di Roma, arrestato nella notte di Capodanno per avere violato i servizi sociali, è il presidente onorario del partito comunista, con cui recentemente c’era stata convergenza sul tema della pace, sia in Ucraina sia in Medio Oriente, nonostante le divisioni per storia e colori politici. “Temo che nei confronti di Alemanno ci sia un accanimento per le sue posizioni contro la guerra“, ha scritto su X commentando la notizia dell’arresto.
Poi ha approfondito la questione in un’intervista a Libero in cui parla di disparità di trattamento, citando il caso del carabiniere Cerciello Rega ucciso da un americano messo ai domiciliari. Pur riconoscendo che possa aver “peccato” su alcuni orari e situazioni simili, e che quindi si debba rigare dritti, ritiene che ci sia accanimento, “due pesi e due misure“, quindi si chiede le ragioni, rivelando che potrebbe avere un peso la sua posizione sulla pace, quindi contro le guerre in corso in Ucraina e a Gaza.
“In genere l’incarcerazione si dà per reati gravi, per il reiterare dei reati o per la pericolosità sociale e non mi sembra che Alemanno rientri in queste categorie“, afferma Rizzo, il cui auspicio è che Gianni Alemanno faccia presto chiarezza sulla sua vicenda.
NUOVI GUAI PER GIANNI ALEMANNO? LA NUOVA INCHIESTA
Nel frattempo, tra le righe del provvedimento del giudice di sorveglianza emergono nuove contestazioni a carico di Gianni Alemanno per emissione e uso di false fatture e per riciclaggio, nell’ambito di un’inchiesta sulla fornitura di tute anti Covid portò all’arresto dei fratelli Piccolo. La Verità ha precisato che non è stata notificata alcun avviso di chiusura delle indagini all’ex sindaco di Roma, ma i magistrati nel provvedimento della revoca di affidamento parlano di “un’indagine appena conclusa nei confronti dell’affidato“. Inoltre, hanno allegato uno stralcio dell’informativa della Guardia di finanza, da cui emergono “plurime circostanze” nelle quali Alemanno ha prodotto false attestazioni per ottenere delle deroghe, anche tramite intercettazioni.
Da qui l’ipotesi che all’orizzonte vi siano nuovi guai giudiziari per Gianni Alemanno. Le false consulenze sarebbero state usate per violare le restrizioni per le quali non può lasciare il Lazio. Quindi, l’ex ministro avrebbe usato finti incarichi per uscire dai confini regionali o tornare a casa dopo le 22. Quel che non è chiaro, invece, è il motivo per il quale il mandato d’arresto sia scattato alla vigilia di Capodanno. Il diretto interessato tace, limitandosi a comunicare tramite i suoi legali che c’è l’intenzione di chiedere il ripristino della misura alternativa, istanza che verrà esaminata nei prossimi giorni.