Riflettori accesi sulla riforma della giustizia a Tg2 Post. Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, ha ripercorso il suo calvario durato sette anni, fino all’assoluzione in Cassazione: «L’incubo poteva essere evitato perché quella inchiesta è stata costruita su un tema generale, la mafia capitale che non esisteva. La Cassazione ha detto con chiarezza che non era mafia, ma solo una catena deprecabile di corruzione. La nostra Capitale è finita nelle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo come una capitale mafiosa, ma era tutto falso».



Gianni Alemanno ha poi aggiunto: «Il mio coinvolgimento era basato sul fatto che io non potevo non sapere: un mio collaboratore era invischiato in questi fatti e io non potevo non sapere. Ho ricevuto condanne più alte delle richieste della Procura, poi in Cassazione abbiamo scoperto che tutto questo non era vero. C’è la tendenza del teorema politico, ma anche una assoluta mancanza di rispetto dei diritti dell’imputato».



GIANNI ALEMANNO: “OK REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA”

Presente in collegamento, Massimo Martinelli ha commentato così la vicenda che ha visto coinvolto Gianni Alemanno: «I tempi sono stati un po’ più prolungati, la sentenza è arrivata dopo sette anni. Questa vicenda ha macchiato in maniera indelebile la vita di alcune persone ed ha sporcato in maniera altrettanto grave l’immagine di Roma. L’accusa di mafia è caduta per Alemanno e per tutti gli altri indagati eccellenti». Il direttore de Il Messaggero ha poi parlato della riforma della giustizia: «La riforma che ha presentato la Cartabia è una riforma di civiltà. Il ministro chiede che i giudici concludano i processi entro dei tempi prestabiliti, noi siamo l’unico Paese in cui i magistrati hanno tutto il tempo che vogliono per chiudere i processi – il giudizio caustico di Martinelli – È una cura radicale contro questa patologia». Gianni Alemanno invece s’è soffermato sui pericoli quotidiani affrontati dai sindaci: «Nei comuni non firma più nessuno, c’è un terrore diffuso. Un segnale dell’abolizione dell’abuso d’ufficio sarebbe un segnale molto importante. La riforma Cartabia non affronta il problema della qualità dei processi e della qualità dei magistrati: ci sono magistrati ottimi e magistrati squilibrati, non in grado di giudicare». Infine, una battuta sui referendum promossi da Lega e Radicali: «Io ho firmato tutti i referendum tranne quello sulla custodia cautelare, che potrebbe causare dei problemi. Vanno firmati perché sono un segnale che bisogna andare oltre la riforma Cartabia».

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