Gianni Infantino difende i Mondiali in Qatar

Gianni Infantino, il numero uno di Fifa, ha difeso, durante la conferenza stampa inaugurale in Qatar, la scelta di ospitare i Mondiali di calcio nello stato mediorientale. “Oggi mi sento qatariota, mi sento africano, mi sento arabo, mi sento gay, mi sento disabile, mi sento lavoratore migrante”, ha sostenuto iniziando un discorso lungo quasi un’ora in difesa del Qatar. “Sono un figlio di lavoratori migranti, i miei genitori hanno lavorato molto duramente e in difficili condizioni”, ha continuato, e “quando sono diventato presidente della Fifa, ho voluto vedere di persona le sistemazioni dei lavoratori stranieri qui in Qatar ed è stato come tornare alla mia infanzia”.



Insomma, Gianni Infantino, il presidente della Fifa, ritiene appropriata la scelta di ospitare i Mondiali di calcio in Qatar, sostenendo che “le critiche sono ipocrite”. Infatti, “per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3.000 anni dovremmo scusarci (..) prima di dare lezioni morali agli altri. Noi chiudiamo le frontiere, creiamo stranieri illegali”, mentre invece in Qatar “hanno creato condizioni legali per tutti i lavoratori stranieri, a prescindere dalla loro religione o orientamento sessuale”, sostenendo che “guadagnano anche 10 volte in più di quello che prendono nel loro paese d’origine”.



Gianni Infantino sui Mondiali: “Sembrava Donald Trump”

Nel suo discorso in difesa della scelta di ospitare i Mondiali di calcio in Qatar, Gianni Infantino non avrebbe, insomma, risparmiato le critiche al mondo occidentale, accusandolo di nefandezze peggiori di quelle che compie il Qatar. “Queste lezioni morali sono solo ipocrisia“, ha ribadito, “sono stato spesso bullizzato da bambino per il mio accento italiano in Svizzera e per i capelli rossi, ora sono orgoglioso di essere qui e orgoglioso di questo evento che sarà il più bello spettacolo calcistico mai visto”. Mentre, concludendo, in merito al divieto di consumare birra durante gli eventi sportivi ha detto che “personalmente penso che i tifosi possano sopravvivere senza bere birra per tre ore”.

Un discorso, quello di Gianni Infantino sui Mondiali di calcio di Qatar, che non è andato esattamente già alle persone presenti, come sostenuto dalla giornalista Melissa Reddy di Sky Sport UK. “Infantino non sa cosa si prova ad essere gay, non sa cosa si prova ad essere disabile o africano”, ha sostenuto la giornalista, “il Qatar recluta dai paesi più poveri del mondo milioni di persone che non hanno nulla e li portano a fare ciò che i gruppi per i diritti umani chiamano ‘moderna schiavitù’. Lui dice che va bene così perché vengono pagati più di quanto non lo siano a casa loro. Ma questo è fuorviante, irrispettoso, offensivo e persino dannoso”. Un altro giornalista, Kaveh Solhekol, ha detto che “se noi che eravamo in quella stanza, 400 giornalisti, avessimo avuto dei microfoni lo avremmo interrotto durante il discorso per correggere alcune delle falsità che stava dicendo. Sembrava di sentire parlare Donald Trump“.