A Storie Italiane è vivo il ricordo di Gianni Minà, scomparso pochi giorni fa per una malattia cardiaca. Alba Parietti, ospite in studio, racconta: “Ero a Venezia e come tutti speravo di avere gossip. A un certo punto arriva Gianni Minà e mi porta Martin Scorzese. Io non ero preparata e in un secondo, durante il blocco pubblicitario, mi suggerisce delle domande tutt’altro che banali, che poteva fare solamente chi conosceva benissimo lui e la storia del cinema. Scorzese rimase sbalordito dalle domande, feci una bellissima figura. E di Minà mi resterà sempre quel grande gesto di generosità, poteva prendersi il merito e non lo ha detto”.



Il suo amico, Andrea Purgatori, rivela: “Mi piacerebbe che non fossimo qua a ricordarlo perché ce lo siamo dimenticato per troppi anni. Per troppi anni non ha lavorato, e questo è stato un grande peccato perché aveva una grande conoscenza politica del mondo. Noi per anni abbiamo combattuto insieme per il diritto d’autore, affinché chiunque sfrutti i contenuti paghi un prezzo ai giornalisti che creano quei contenuti”.



Gianni Minà, il ricordo di Pascal: “Mi mandò a fare l’inviato”

Il giornalista Pascal ha conosciuto Gianni da giovanissimo e grazie a lui è stato proiettato nel mondo del grande giornalismo. A Storie Italiane ricorda: “Minà era una persona straordinaria, vicina ai più deboli, che quanto più ti vedeva debole più ti esaltava. L’ho conosciuto con Adriano Panatta ed Edoardo Bennato. Avevo 23 anni. Mi mandò a Città del Messico a fare il suo inviato per Rai Uno. Mi disse: ‘Ti pago io, vieni a dormire a casa di mia suocera e farai l’inviato per me’. Poi ci siamo un po’ separati perché lui mi voleva in un suo giornale mentre io ho continuato gli studi”. Non manca poi un aneddoto: “Gianni era uno che quando si metteva una cosa in testa non c’era modo di fargli cambiare idea. Insieme a Giovanni Minoli e Aldo Bruno aveva promesso un set con Sergio Leone e Robert De Niro. A un certo punto arriva fuori dagli uffici di Cinecittà, trafelato, in ritardo, e vede che non voleva farlo entrare sul set di “C’era una volta in America”. Morale della favola, Gianni comincia a piangere disperato, a dire “Mi rovinate!”. A un certo punto i due lo chiamarono e si aprì questo set”.



Gualtieri, sindaco di Roma, in collegamento dalla camera ardente, ricorda il grande giornalista: “Era una personalità riconosciuta in tutto il mondo, tra i più grandi giornalisti che l’Italia abbia avuto. Ha saputo interpretare la sua professione in un modo rigoroso e impegnato. È stato impegnato in tante battaglie per i diritti e la libertà. È una personalità straordinaria, una persona dolcissima, con un grandissimo cuore, che ha messo tutto il suo impegno e la sua passione nel rendere nobile il mestiere del giornalista”.