L’11 marzo 2021 è una data che Gianni Morandi di certo non potrà mai dimenticare, il giorno dell’incidente in casa che gli ha provocato delle gravi ustioni ancora oggi in via di guarigione. Un anno dopo il cantante di Monghidoro è alle prese con operazioni per sanare quanto più possibile la propria condizione, con l’ultimo passaggio sotto i ferri di qualche giorno fa. “Anche questa operazione è una conseguenza di quell’11 marzo del 2021. All’inizio mi ero spaventato moltissimo, ma poco dopo ho cominciato a pensare che mi era andata veramente bene: potevo rimanerci dentro quella buca piena di rami bruciati e braci” ha raccontato al Corriere della Sera.
Nel corso dell’intervista rilasciata al quotidiano, Morandi ha parlato di quanto successo quel giorno: “Mi è solo venuto spontaneo iniziare a dirmi: mah, tutto sommato ho salvato la faccia… ho salvato la vita. Poteva andare molto peggio. Ho passato trenta giorni in ospedale, al Bufalini di Cesena. Ma le cicatrici da ustione vanno avanti quasi fino due anni, si muovono continuamente. L’operazione è stata fatta per raddrizzare un dito che era assolutamente inutilizzabile, piegato. Dovrò stare molto attento, fare fisioterapia, stare un po’ tranquillo”.
Gianni Morandi e l’incidente: l’incontro con Jovanotti
Dal grave incidente è però venuta fuori una grande opportunità: “Bisogna credere che dalle cose brutte possono nascerne altre belle. In quei giorni in ospedale mi chiamò Jovanotti per chiedermi come stavo. Forse nel sentirmi un po’ depresso ha deciso di mandarmi quel primo brano, L’allegria. Inciderla è stato terapeutico per me. Senza contare che è nato così un altro tipo di rapporto tra noi. L’amicizia si è sviluppata moltissimo in questo anno. Prima ci eravamo visti alcune volte, incontrati in varie occasioni, qualche trasmissione. Io andavo sempre a vedere i suoi concerti, lo trovavo veramente molto bravo. Insomma, c’era un rapporto di simpatia ma non di grandissima amicizia. Nell’ultimo anno le cose sono cambiate, grazie alla sua grande sensibilità nel chiamarmi quando ero malato. Da allora è partito tutto, fino all’esperienza di Sanremo“.
E a proposito del Festival Morandi ha raccontato: “Ero davvero molto emozionato. Tornare in gara dopo aver condotto il Festival due volte, essere stato ospite non so quante volte è stato entusiasmante. L’idea all’inizio era che io e Lorenzo andassimo al Festival a cantarla assieme una volta, come ospiti. Poi abbiamo deciso che la cantassi solo io. Trovarmi dall’altra parte, dopo l’esperienza in conduzione, mi preoccupava anche. Credevo che si potesse pensare: che bisogno c’era di ributtarsi? Ma alla fine il bello della vita è proprio questo: ributtarsi, rischiare, giocare”.