Si commuove Gianni Morandi ripensando ai suoi genitori. A Verissimo, nel corso dell’intervista rilasciata a Silvia Toffanin, il cantante ripercorre gli albori della sua carriera e la reazione dei suoi genitori di fronte alla nascita del suo successo. “Mio padre era un tipo che lavorava molto. – racconta Morandi – Sapeva bene il valore dei soldi.” Poi aggiunge: “Mia madre anche lei ha sempre lavorato. Le piaceva molto la musica, Claudio Villa da morire. E poi dopo tanti anni ci siamo ritrovati rivali con Claudio Villa. – commosso, il cantante poi aggiunge – Tra l’altro quando ho vinto il festival di Sanremo, era il 7 febbraio e moriva Claudio Villa ed era anche il compleanno di mia madre. Mamma Clara non se n’è andata tanto tempo fa.” (Aggiornamento di Anna Montesano)



Gianni Morandi: “Odio la maleducazione!”

Gianni Morandi sarà il protagonista di una nuova intervista a Verissimo, durante la quale racconterà molti nuovi aneddoti della sua vita privata e musicale. Di recente è però stato intervistato da Il Corriere della Sera al quale ha voluto esprimere il dissapore per alcuni aspetti della vita odierna che proprio non riesce a accettare. “La maleducazione. Il non rispetto dell’uno con l’altro. Oggi vedi troppa gente egoista, capace solo di pensare al proprio giardino. – ammette Gianni Morandi, che aggiunge – È così bello aiutarsi, sentirsi squadra. Invece non sappiamo ascoltarci. Mentre io parlo con te non ti ascolto, sto già pensando a quello che ti voglio dire io, è tremendo. Invece se ti abitui ad ascoltare, è molto più bello. Io ho sempre fiducia che i nuovi ragazzi ci salvino. La speranza arriva sempre da loro”. (Aggiornamento di Anna Montesano)



Gianni Morandi e il dolore per la morte del padre

Gianni Morandi è uno degli ospiti della nuova puntata di “Verissimo” in onda sabato 12 ottobre 2019 su Canale 5. Il cantante è pronto a raccontarsi ai microfoni di Silvia Toffanin a poche settimane dal suo ritorno in tv come attore nella terza stagione de “L’isola di Pietro“. E’ un momento davvero magico per il cantautore bolognese che durante un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera ha detto: “mi ritengo un fortunato. Il treno è passato molte volte per me. Se anche ho perso il primo, poi è passato il secondo e il terzo. Rimango diciotto anni senza essere sposato, poi incontro Anna, che mi dà un entusiasmo enorme. Di cosa posso essere invidioso o deluso?”. Non sono mancati i momenti di difficoltà come quando nel 1971 gli urlavano del vecchio lanciandogli dei pomodori sul palco.



Gianni Morandi: “mi hanno lanciato dei pomodori”

Gianni Morandi come tutti ha vissuto una vita fatti di alti e bassi, di luci e ombre. Come quando nel 1971 ha partecipato al Cantagiro accolto con pomodori ed urla. A raccontarlo è stato lo stesso cantante in occasione di un’intervista rilasciata a Walter Veltroni per Il Corriere della Sera. “Nel ’71 la follia di Radaelli aveva portato i Led Zeppelin a Milano, insieme al Cantagiro. Lì ci fu uno scossone drammatico, capii improvvisamente tutto. Mi davano del vecchio, urlavano che ero finito” ricorda Morandi, che una volta salito sul palcoscenico riceve un boato immenso dalla folla. Allora Radaelli lo guarda dicendogli: “vedi che accoglienza ? E tu avevi paura’”, in realtà le cose sono andate diversamente. “Era un boato al contrario: un gigantesco, stentoreo, definitivo, collettivo. Da sotto mi urlavano solo “ Vai via!”. Cominciarono ad arrivare pomodori, di tutto. Distrussero il palco. Quaranta milioni di danni. Lì si capì che era cambiato tutto. Uno spartiacque. Mi chiedevo: ‘Io adesso cosa faccio?’. Perché non sapevo fare niente, sapevo fare il ciabattino. Ma potevo rimettermi a fare il ciabattino?” ricorda Morandi che in quell’anno ha dovuto affrontare anche la morte del padre: “mi è crollato il mondo. Quando ho visto il volto di mio padre, la bara si apriva all’altezza del viso, ho ripensato ai suoi sacrifici e ai suoi sogni. Tutti e due grandi e belli”.

Gianni Morandi: “Andavo a cento all’ora è la canzone a cui sono più affezionato”

La morte del padre, la carriera a rischio, Gianni Morandi non se la passava bene, ma all’inizio degli anni ’80 l’incontro con Mogol lo riporta ai vertici delle classifiche con la hit “C’era un ragazzo”. “Migliacci scrive il testo di getto. Mi vengono i brividi ad ascoltare questa canzone: “La devo cantare io”. Ma Franco mi ricorda che io cantavo In ginocchio da te e La fisarmonica” – ricorda Gianni Morandi che, nonostante il parere contrario dei produttori è fermo sulla sua decisione: “La devo fare a tutti i costi”. “È stata la prima volta che mi sono impuntato, prima avevano fatto tutto loro” ricorda Morandi, che parlando del brano ha detto: “poi ci sono state le censure, dovevamo dire ta-ta-ta invece di Vietnam…”. Tra tutte le canzoni della sua discografia però ce ne è una a cui è più affezionato: si tratta di “Andavo a cento all’ora”. “E’ la prima, è così ingenua” dice Morandi che ha anche rivelato di essere sempre in imbarazzo all’inizio della sua carriera: “mi vergognavo. Eravamo a Bellaria, la sento per la prima volta e penso ‘ma sono io!”. Mi sono nascosto. Avevo paura mi riconoscessero”.