Gianni Morandi basa la propria vita sull’allegria, ritenuta dallo stesso il “primo passo per la felicità”. L’eterno ragazzo è stato ospite del Corriere della Sera, una bella chiacchierata con il quotidiano di via Solferino: “La felicità è altro rispetto all’allegria, ma essere allegri è il primo passo per raggiungerla”, e tra l’altro “allegria” è anche il titolo del brano estivo di Morandi in collaborazione con Jovanotti. Ma quali sono i momenti più felici che ha vissuto il cantante bolognese? “La nascita dei figli. La gioia di quando è venuta al mondo Marianna, la mia prima figlia. In realtà è la mia seconda: c’era stata Serena, ma ha vissuto solo otto ore. Mio padre temeva che il cognome finisse con me, poi però ho avuto Marco, che a sua volta ha tre maschi e dopo è arrivato Pietro… insomma, ci sono innumerevoli Morandi”. E sull’esempio trasmesso ai figli: “Spero di aver trasmesso l’importanza del rispetto per gli altri, prima di tutto. Poi la voglia di conoscere, approfondire, conquistarsi le cose non prendendo scorciatoie… insomma, il comportarsi bene”.
Morandi è reduce da una pesante ustione alle mani, un problema che lo ha portato ad un ricovero ospedaliero: “Le cose ora vanno meglio. Una mano non la posso usare, della sinistra invece muovo due, tre dita: ho imparato a scrivere benino, faccio anche degli autografi”. E ancora: “Bisogna prendere quello che la vita ci offre e cercare di non farsi sopraffare dalle difficoltà, che ci sono sempre, per una strana legge di compensazione… Poi c’è anche una componente di fortuna: sono tante le cose che possono capitare, molti miei amici sono morti giovani… però se la vita ti regala qualcosa bisogna sempre cercare di farlo fruttare, perché i momenti felici diventano le ragioni per andare avanti… la vita comunque vale la pene di essere vissuta, possiamo fare tante cose, certo, bisogna anche avere coraggio”. E la felicità e l’allegria sono raggiunte anche grazie alla sua compagna da una vita, la moglie Anna: “Mi aveva preso molto da subito: il suo sguardo, il suo modo di essere e la sua autonomia; si vedeva che era una donna di carattere, decisa. Aveva un’azienda che funzionava bene e amava divertirsi con gli amici: era molto single, di quelle che stanno bene e non vogliono legarsi…”. Alla fine l’ha ovviamente conquistata: “Sono passati 27 anni. Ho cercato di non annoiarla, di essere uno che le dimostra che ho voglia di stare con lei, fare cose con lei…. Prima ero un po’ farfallone, ma con Anna no: sarebbe un dolore tradire la sua fiducia. Ora poi che mi aiuta nelle terapie, non si spazientisce mai”.
MORANDI: “SE HO UN MALESSERE NON NE PARLO IN PUBBLICO, PERCHE’ FARLO?
Morandi vuole provare sempre a comunicare qualcosa di positivo: “Anche se ho un malessere, non ne parlo, perché trasmetterlo agli altri? A volte è uno sforzo, ma ci provo. Anche perché ho avuto fin troppi regali dalla vita: chissà quante persone ci sono che cantano meglio di me, più preparate di me, che hanno una voce migliore della mia e non hanno raggiunto neanche un terzo di quello che ho avuto io. Non posso non considerare tutto quello che ho avuto in dono”.
Infine racconta il suo Piano B nel caso non fosse andata con la musica: “Ne avevo una serie… mi dicevo anche: “Apro un ristorante e lo chiamo C’era un ragazzo”. Immaginavo che la gente avrebbe detto: “Ti ricordi quello che cantava quella canzone? Ha aperto un ristorante sui colli bolognesi, si mangiano delle lasagne che sono uno spettacolo…” alla fine del primo piatto avrei preso la chitarra e cantato qualcosa”.