Gianni Morandi, apprezzatissimo interprete della nostra musica, si è raccontato sull’edizione in edicola quest’oggi, domenica 18 luglio 2021, de “Il Fatto Quotidiano”. Inevitabilmente, all’artista è stato chiesto di ripercorrere il recente dramma delle ustioni che l’ha visto sfortunato protagonista, facendo emergere un retroscena finora ignoto e che non fa altro che confermare tutto lo straordinario spessore umano del cantante; infatti, nonostante il momento di difficoltà personale e il dolore provato, Morandi non ha fatto venire meno tutta la propria disponibilità nei confronti di chi gli chiedeva un autoscatto.
“Ho accettato il selfie con medici e infermieri mentre ero in barella – ha svelato –. In realtà anche in ambulanza; avevo una mano rovinata, con la pelle cadente, bruciature sui glutei, le ginocchia e dopo un po’ che stavamo lì un ragazzo non ha resistito e mi ha chiesto una foto. Una volta in ospedale sono arrivati gli altri scatti. È difficile dire ‘no’, perché tocca motivarlo e poi ti becchi pure dello str*nzo”. Successivamente, Morandi si è lasciato andare a una considerazione difficile anche solo da ipotizzare alla vigilia dell’intervista, anche se va detto che l’umiltà è sempre stato un suo invidiabile segno distintivo: “Non credo di essere un grandissimo artista, mi sono solo trovato al posto giusto nel momento giusto”.
GIANNI MORANDI: “FATTI MANDARE DALLA MAMMA, CHE INCUBO!”
Su “Il Fatto Quotidiano”, Gianni Morandi afferma di non avere fatto la storia e che i veri eroi sono Modugno e Lucio Battisti, non lui, che si autodefinisce “un uomo molto fortunato, che sa vedere l’aspetto positivo nei momenti drammatici”. In questi decenni, infatti, l’eterno ragazzo di Monghidoro ha conosciuto tutti: Papi, politici, intellettuali, registi e altri cantanti: “Passava il treno e lo prendevo. La mia storia è quella di Forrest Gump.
Un arbitro di pugilato gli consigliò di tentare con la boxe, invece arrivò a sorpresa un provino musicale con la Rca e “Migliacci racconta che il nastro con la mia canzone gli cadde per terra, gli si attorcigliò alla caviglia e, incuriosito, lo ascoltò e gli piacque”. La sua carriera decollò da quel preciso istante, ma un brano più di altri rimane impresso nell’immaginario collettivo: “Fatti mandare dalla mamma. È una specie di incubo, sembra che non abbia inciso altro. Ho provato a toglierla dal repertorio, ma, finito il concerto, il pubblico ci restava malissimo e iniziava a intonarla”.