Gianni Morandi ha avuto un figlio con Anna Dan, Pietro Tredici, che come lui ha intrapreso la carriera di cantante. Pietro, però, è nato “diverso”: non lo si immagini come un Morandi 2.0, che intona serenate e fa il romantico nei film d’annata. Pietro non c’entra niente con lui. Per farsi un’idea più precisa, si pensi al classico trapper tutto “swag”, occhialini e capelli rasati. Pietro ama il genere che al giorno d’oggi va per la maggiore. Ma non è nemmeno il classico tipo che si fa condizionare: i suoi testi, se non “impegnati”, sono certamente “ricercati”. Quella del trap è stata una scelta solo sua. Avrebbe potuto optare per la via più semplice, la musica leggera, e invece non l’ha fatto. E non ha nemmeno aspettato che il padre lo appoggiasse, preferendo fare tutto da solo e andando forse incontro a qualche incomprensione.
La gavetta di Pietro Tredici in Italia e Inghilterra
Si può dire che Pietro Tredici avesse già la strada spianata davanti. Una strada spianata, appunto, dalle orme del padre, che prima di lui l’ha percorsa e che di certo sa meglio orientarsi. Morandi jr non ha accettato compromessi, né si è accontentato della scorciatoia dell’essere “figli di”. Anche per questo, non si fa chiamare Pietro “Morandi”, ma Pietro Tredici, a indicare il suo distacco totale dalle origini e da quel modo di essere/fare tipico dell’alta borghesia. Come racconta a Fanpage, Pietro è partito dal basso: “Ho lavorato nei supermercati qua in Italia, ho fatto il portapizze, ho lavorato in Inghilterra, sono stato in un alimentari per 8/9 mesi, lavoravo al banco, tagliavo i salumi”. Sulla sua musica ammette che “è vero, mio padre non faceva rap, faceva musica leggera, pop italiano, fa tutt’ora musica italiana. Io – prosegue – me ne sono sempre un po’ fregato, ho sempre ascoltato quello che piaceva a me. Ho cominciato con Mtv, Fabri Fibra, 50 Cent, quei video musicali che passavano in tv, poi pian piano ho cominciato ad ascoltarla più approfonditamente e ho iniziato a scrivere rap”.
Pietro Tredici e Gianni Morandi: “Mai una collaborazione”
Pietro Tredici rifugge da ogni sorta di accostamento a Gianni Morandi: “Non posso fare un featuring con mio padre, dai, mi ammazzo la carriera, mi distruggo, inizia e finisce. Troppo facile e allo stesso tempo difficile”. Il parere del suo vecchio è comunque clemente: “Quando la ascolta (la sua musica, ndr) approva, certe cose non le capisce, però lavora nella musica da quando è ragazzino, quindi avrà un gusto musicale ben definito”. L’obiettivo di Pietro è quello di affermarsi come voce fuori dal coro: “Cerco sempre di essere meno contaminato possibile, in generale, se vai a prendere l’ispirazione copiando è molto identificabile. Quando uno copia lo percepisci, non mi appiglio ai canoni che ci sono adesso: soldi, macchine, orologi, gioielli, droghe e donne, non parlo di niente di tutto questo, sono tutti argomenti che non affronto, se non alla mia maniera, cioè non è che non posso parlare di donne, ma lo faccio sempre con la mia chiave”.