Il professor Gianni Rezza è stato intervistato nella giornata di ieri dal quotidiano La Stampa e nell’occasione ha detto la sua circa il fatto che il Premier Giorgia Meloni abbia annunciato di voler vederci chiaro sulle possibili morti legate alla somministrazione del vaccino anti covid. Secondo l’ex direttore della Prevenzione al ministero della Salute e componente di spicco del Cts, ora professore di Igiene all’Università San Raffaele di Milano, il premier sbaglia: «Partiamo dall’efficacia – precisa il noto medico – uno studio dell’Oms ha rivelato che nei primi 11 mesi di campagna vaccinale in Europa hanno evitato il 51% delle morti attese tra gli over60. Valori in linea con quelli dello studio Iss che in Italia, nei soli primi 9 mesi, parla di 22 mila morti e 89 mila ricoveri evitati, di cui 10mila nelle terapie intensive».
Sugli eventi avversi Rezza ci tiene a precisare che i vaccini proteggono dalla malattia per cui vengono somministrati «ma non ci immunizzano dalla morte che avviene per altre cause. È chiaro che quando vaccino centinaia di milioni di individui come è avvenuto per il Covid è statisticamente scontato che a distanza di qualche settimana possano verificarsi decessi o malattie gravi, che non hanno però origine dal vaccino».
GIANNI REZZA: “PER ALCUNE PATOLOGIE CASI IN AUMENTO MA…”
E’ vero anche, però, che per alcune patologie c’è stato un aumento dei casi fra vaccinati, e a riguardo Rezza conferma: «È vero. Ma come dimostra un ultimo, gigantesco studio condotto su 99 milioni di vaccinati con il supporto dei Cdc americani, la maggiore incidenza di pericarditi, miocarditi, trombosi cerebrali, sindrome di Giullain Barrè e di altre 9 patologie neurologiche, ematiche e cardiache non ha portato, se non in rari casi, a eventi irreversibili. Alla fine, così come per ogni farmaco, bisogna soppesare rischi e benefici e per i vaccini questi ultimi prevalgono sugli inevitabili eventi avversi. Altrimenti come avviene per ciascun medicinale, non verrebbero autorizzati al commercio».
Per Rezza è giusto risarcire chi ha subito un danno ma lo stesso precisa che: «Non lo scopriamo oggi, visto che c’è una legge del 1992 che lo stabilisce, mentre per i vaccini anti-Covid nel 2022 il governo Draghi ha stanziato 150 milioni per i ristori. Fermo restando che bisogna sempre dimostrare che c’è una relazione causa-effetto».
GIANNI REZZA: “POLEMICA SUI VACCINI? FA PARTE DI UNA PROTESTA PIU’ AMPIA”
Tra l’altro il professore fa notare come la polemica si sia di fatta concentrata solo sul vaccino anti covid, ignorando gli altri obbligatori per le scuole primarie: «Credo che questo dipenda da un effetto trascinamento da parte di chi ha coinvolto i vaccini in una protesta più ampia, che ha mosso i primi passi contro le chiusure in epoca pandemica, magari perché si erano subiti danni economici non compensati dei ristori basati su quanto denunciato al fisco. Però costoro dovrebbero ricordare che il governo accelerò le riaperture grazie proprio ai vaccini».
Il collega del quotidiano La Stampa conclude la sua intervista chiedendo a Gianni Rezza se riproporrebbe le stesse misure restrittive e lui ha risposto così: «Come medico dirò sempre che il rischio per la salute e la vita umana deve essere pari a zero. Ma capii Draghi quando ci disse: “Dobbiamo capire qual è il rischio accettabile”. Perché noi possiamo suggerire le misure più adatte in base alle evidenze scientifiche, peraltro scarse nel caso di unv irus nuovo come il Covid», dopo questa premessa comunque il prof precisa che «qualche eccesso lo avrei evitato. Come insistere con il green pass quando si era capito che con Omicron i vaccini non proteggevano più dall’infezione».