Gianni Rezza, direttore del Dipartimento prevenzione del Ministero della Salute, ha analizzato l’attuale situazione pandemica connessa al Coronavirus, partendo da quanto sta accadendo in Cina (per poi finire a disquisire di Kraken, ndr). L’esperto, sulle colonne de “La Stampa”, non ha potuto omettere di dire che, nel rivedere quelle immagini, sembra di essere tornati alla Wuhan del 2020, anche se ora la situazione è completamente diversa, in quanto “le autorità cinesi hanno deciso di allentare da un momento all’altro le misure di contenimento, quindi il virus ha generato moltissimi casi in poco tempo. E, anche se morde la gola e lambisce soltanto i polmoni, è chiaro che su una grande quantità di infetti in numeri assoluti i casi gravi sono comunque molti”.
La genesi in Cina di una nuova variante Covid non può essere esclusa a priori, anche se Gianni Rezza non ritiene che tale rischio sia troppo elevato: “Con i lockdown e le quarantene molto dure imposte alla popolazione cinese è molto bassa la quota di chi si è immunizzato dalla malattia indotta da Omicron o dai suoi lignaggi e sottolignaggi. Quindi il virus non viene ostacolato dalle difese immunitarie e corre liberamente, non rilevando la necessità di mutare così tanto per sfuggire alle difese immunitarie. Tuttavia, l’Oms e l’Ecdc lamentano di non ottenere risposte dalla Cina circa i dati pandemici. Per questo è importante si facciano i sequenziamenti nei Paesi di approdo”.
GIANNI REZZA: “VARIANTE KRAKEN IN ITALIA È ALLO 0,1%, MA SIAMO AMPIAMENTE PROTETTI DAI VACCINI”
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal canto suo, ha esortato a non abbassare la guardia rispetto alla variante Kraken, anche se, nella sua intervista concessa a “La Stampa”, Gianni Rezza ha asserito: “Per ora in Italia è allo 0,1%. Una nota appena arrivata dall’Oms dice che avrebbe un vantaggio nei confronti di altri lignaggi, dovuto a una maggiore capacità immunoevasiva, per cui sarebbe in grado, potenzialmente, di sostituire le sottovarianti di Omicron attualmente in circolazione. Ma sono dati basati su un solo Paese”.
Insomma, è troppo presto per fasciarsi la testa e, probabilmente, è anche inutile, in quanto Gianni Rezza rammenta che, se è vero che il vaccino possa non proteggere dal contagio (Kraken sarebbe molto immunoevasiva, ndr), tra la popolazione italiana permane comunque un’ampia protezione, tra l’80 e il 90%, rispetto al rischio di sviluppare forme gravi di malattia. Anche perché “con la vaccinazione si producono non solo gli anticorpi destinati a diminuire nel tempo, ma si genera anche una difesa cellulare, costituita dai linfociti T, che dura nel tempo. Inoltre, che Kraken non sia maggiormente aggressiva da un punto di vista clinico lo conferma l’andamento dei numerosi casi in USA e Gran Bretagna. Per questo, dico: non spaventiamoci inutilmente e facciamo i richiami vaccinali che dobbiamo fare”.