Teorizzatore del pensiero debole, Gianni Vattimo ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Repubblica e si è raccontato senza filtri. L’84enne ha parlato della sua battaglia con il Parkinson, malattia diagnosticata cinque anni fa, ma soprattutto del suo rapporto con la fede. Un cattolicesimo che ha conosciuto alti e bassi, come confermato dallo stesso Vattimo, che ha spiegato: «Dove si colloca ora? Non lo so, onestamente non saprei collocarlo. Adoro questo papa che mi pare sia rimasto il solo anticapitalista in circolazione. Qualche tempo fa gli ho fatto avere il mio ultimo libro Essere e dintorni nella speranza che lo leggesse. Ci sono, infatti, diverse considerazioni sul cristianesimo». Il filosofo ha spiegato di non sapere se il Papa abbia letto il libro o meno, ma ciò che è certo è che lo abbia telefonato per ringraziarlo del dono.
GIANNI VATTIMO: “CI SALVERA’ LA GRAZIA DI DIO”
«Bisogna pur vivere di qualche passione intellettuale. E poi come lui ha detto: soltanto un Dio ci può salvare», ha aggiunto Gianni Vattimo citando il filosofo tedesco Martin Heidegger, con l’ex politico che ha poi affermato: «Questo Dio dove lo andiamo a cercare? Certo non nelle costruzioni metafisiche e neppure in quelle mitologiche. Dio non può essere ispirato da ragioni teoretiche». Vattimo si è poi soffermato sullo scontro in essere all’interno del mondo cristiano: «C’ è una posta in gioco altissima. Né la scienza né la filosofia tout court sono in grado di vincere il piatto. Penso che Heidegger fosse consapevole di questo quando nella meditazione degli ultimi anni in maniera drammatica non vedeva soluzione umana al problema della desertificazione del mondo. E affidava la salvezza a un Dio? Proprio così, nella direzione indicata da Lutero, e prima ancora da Paolo, per cui non sono le nostre opere che ci salveranno ma la grazia di Dio».