Gianni Vattimo (all’anagrafe Gianteresio), noto filosofo torinese tra i massimi esponenti della corrente postmoderna e teorizzatore del pensiero debole, ha esternato un concetto che ha diviso l’opinione pubblica, tanto da essere ripreso anche dal sito “Dagospia” con toni decisamente critici. Il portale di Roberto D’Agostino apre il suo articolo con un inequivocabile “Largo agli incompetenti!”, riferendo l’esclamazione al novero dei pensatori che comprende Cacciari e Agamben.



In particolare, come si legge nell’articolo pubblicato online, associandosi al coro dei colleghi sopra menzionati, “Vattimo ha una brillantissima idea. Sostiene che si dovrebbe ‘chiedere agli intellettuali impegnati di provocare una più aperta discussione sulla natura e i pericoli eventuali del vaccino'”. Teoria da cui Dagospia si dissocia apertamente e che effettivamente genera più di qualche perplessità: davvero devono essere gli intellettuali a entrare nel merito dei bollettini epidemiologici elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità e “giudicare” l’andamento della pandemia di Coronavirus nel nostro Paese e l’efficacia delle vaccinazioni?



GIANNI VATTIMO APRE AI FILOSOFI SUL VACCINO, MA I DATI LI FORNISCE LA SCIENZA…

La dichiarazione di Gianni Vattimo è stata commentata con ulteriore ironia da Dagospia: “Largo dunque alle voci dei filosofi che di queste cose se ne intendono e dunque sono pronti a contestare il bollettino dove vengono presi in esame le infezioni, i ricoveri e i decessi da Covid-19 che si sono verificati dal 4 aprile (approssimativamente la data in cui la vaccinazione è stata estesa alla popolazione generale, spiega l’Iss) all’11 luglio 2021″.

Le fonti capitoline sulla sanità rivelano che i vaccini sono validi, con particolare riferimento al ciclo vaccinale completo, ossia composto da due dosi, tanto che, in media, la copertura assicurata da queste ultime è pari all’88,52% e scende al 71,33% in caso di dose unica. Rispetto ai ricoveri in ospedale, inoltre, la protezione garantita è ancor più elevata, poiché sale al 94,57% nel ciclo completo e all’80,83% in caso di una dose sola. Insomma, al di là delle correnti di pensiero, i dati forniti dalla scienza non paiono lasciare troppo spazio alle dissertazioni di qualsiasi altra natura.