Santo Versace ha ricordato il fratello Gianni Versace ai microfoni di “Domenica In”, trasmissione di Rai Uno condotta da Mara Venier e andata in onda nel pomeriggio di oggi, domenica 20 novembre 2022. Il libro “Fratelli, una famiglia italiana”, da lui scritto, è stato il modo per chiudere definitivamente con il passato e lasciarsi alle spalle l’assassinio di Miami, nel quale ha perso la vita proprio Gianni Versace. “I nostri genitori ci hanno inculcato valori incredibili, fra cui quello di aiutare sempre gli altri”, ha raccontato Santo Versace, che ha poi ripercorso le ultime ore di vita di Gianni: “Lui non doveva andare a Miami, doveva andare con Elton John in Costa Azzurra. Lui però voleva andare a New York, non distante da Miami. Non era previsto che andasse a Miami, invece deve essergli venuta voglia”.



Santo Versace ha ricordato: “Io mi trovavo all’Hassler. A un certo punto, arrivò l’allora presidente della Camera della Moda, piangendo, che disse che Gianni Versace era morto. Io risposi: ‘Gianni è immortale’. Da lì partimmo per Ciampino e quando arrivammo a Miami volemmo vedere il corpo di Gianni. In quel momento ho preso coscienza del fatto che lui non c’era più veramente. Fui io a decidere per la cremazione. Dall’agosto 1997 all’ottobre 2021, tutti i fine settimana liberi andavo nella nostra casa sul Lago di Como e piangevo”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



GIANNI VERSACE, CHI È LO STILISTA FRATELLO DI SANTO?

Santo Versace sarà protagonista questo pomeriggio nel salotto televisivo di “Domenica In” per presentare il suo nuovo libro: il fratello del compianto Gianni Versace infatti sarà ospite dell’undicesima puntata del programma condotto da Mara Venier per parlare, nello spazio dedicato alle pubblicazioni in uscita, del volume intitolato “Fratelli, una famiglia italiana”, edito per i tipi di Rizzoli e in cui il diretto interessato racconta la vicenda che ha portato lui e il fratello Gianni, e in seguito anche la sorella Donatella, da Reggio Calabria alla conquista del mondo con la loro casa di moda e uno stile considerato ancora oggi rivoluzionario grazie alla visionarietà dell’imprenditore e stilista ucciso a Miami Beach nel 1997.



Ma chi è stato Gianni Versace? Nato nel capoluogo calabrese nel 1946, sin da piccolo si innamora nel mondo della moda, lavorando da ragazzino nell’atelier della madre sarta e ubicato nei pressi del Duomo dove, per qualche anno, in seguito avrebbe avuto sede proprio la boutique dei Versace. Nel 1972 poi arriverà il trasferimento a Milano dove comincerà la scalata verso il successo: dalla prima collezione femminile alla nascita della Gianni Versace Spa (oggi in mano al fratello Santo e a Donatella) con alcune collaborazione di prestigio anche col mondo dello spettacolo che porteranno la griffe a essere conosciuta pure all’estero e soprattutto a Parigi e a Londra: stava nascendo un mito, grazie anche all’impegno di Donatella in America con la linea Versus e la collaborazione con Naomi Campbell, Linda Evangelista, Cindy Crawford e Claudia Schiffer, tra le più importanti top model a cavallo del nuovo millennio.

IL SUCCESSO E LA FAMA MONDIALE: POI L’OMICIDIO NEL ’97 E…

Gianni Versace, inoltre, negli Anni Novanta era stato uno dei primi VIP a fare coming out come coppia omosessuale assieme al suo storico compagno, Antonio D’Amico: quest’ultimo, di professione modello oltre che stilista, è originario della Puglia (classe 1959) e si era messo in proprio come designer al pari del futuro compagno. I due si conobbero nel 1982 e diedero vita a una love story durata quindici anni, fino alla morte violenta di Gianni nella sua villa di Miami Beach in Florida: l’assassinio di Versace fu uno shock per il mondo della moda e, in un’era pre-social, un evento di cui si parlò molto e su cui ancora oggi restano alcuni misteri che, tuttavia, il fratello Santo ha avuto modo in varie occasioni di smentire in riferimento a libri e articoli che ricostruiscono l’accaduto.

Il 15 luglio di quel 1997 il corpo senza vita di Gianni Versace fu rinvenuto nella villa proprio dal suo compagno con cui conviveva: lo stilista fu ucciso a colpi di pistola da Andrew Cunanan che, a una settimana dal delitto, si suicidò in circostanze che rimangono misteriose e con alcuni rumors che parlavano di una conoscenza pregressa tra i due. Proprio per questo motivo le circostanze dell’efferato crimine ancora oggi presentano delle zone d’ombra, come avanzato pure dal docu-fiction “The assassination of Gianni Versace” da cui la famiglia ha preso le distanze negando qualunque coinvolgimento e parlando di una “opera di finzione” non autorizzata da nessuno. Oggi dell’assassinio l’unico incolpato resta Cunanan, un tossicodipendente dedito anche alla prostituzione e che è sospettato dell’omicidio in precedenza di altre persone: identificato dai testimoni e braccato dalla polizia per il delitto Versace (di cui rimane oscuro il movente al di là di diverse ipotesi), l’uomo allora 28enne si suiciderà otto giorni dopo in una casa galleggiante prima dell’irruzione delle forze dell’ordine.