Due giorni fa sul Blog delle Stelle apparve di colpo questo messaggio: «Oggi Veronica Giannone e Gloria Vizzini sono state espulse dal gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati. Questa decisione è stata presa a seguito delle segnalazioni delle ripetute violazioni dello Statuto e del Codice Etico del MoVimento 5 Stelle e dello Statuto del Gruppo Parlamentare del MoVimento alla Camera. Risultano gravissime le assenze alle votazioni finali di vari provvedimenti fondamentali, condivisi e sostenuti dal nostro Gruppo Parlamentare». Non è la prima volta e nemmeno sarà l’ultima in cui alcuni membri del M5s si ritrovano, a volte dopo lunghe diatribe interne, a volte con auto-dimissioni (vedi Paola Nugnes) e spesso anche con votazioni dei probiviri: le epurazioni nel Movimento 5 Stelle sono cominciate dall’alba dei tempi dell’arrivo in Parlamento del neonato gruppo di Beppe Grillo e pure oggi, con la gestione Di Maio-Casaleggio la situazione non sembra essere cambiata di molto. Questo e molto altro ha raccontato una delle due ex M5s espulse, ovvero Veronica Giannone, al Corriere della Sera: le accuse sono durissime, «Di lamenti ne ho sentiti tanti. Moltissimi colleghi sono insofferenti e mi hanno confessato la tentazione di dimettersi da deputato. Ma ci vuole coraggio». Lei stessa ci ha pensato dopo il colpo di quel messaggio apparso sul portale M5s: viene attaccata dalla Castelli sul fronte della mancata restituzione degli stipendi, ma si difende «Premesso che saranno una sessantina i parlamentari che non restituiscono, io non ho nulla da nascondere. Invece di donarli al microcredito ho versato 6.000 euro a un ente collegato all’ospedale Bambino Gesù, perché un compagno di mio figlio, che ha 7 anni, è ammalato di glioma al cervello».



IL “SISTEMA” CASALEGGIO: LE ACCUSE DEGLI EX GRILLINI

La Vizzini sempre al Corriere si sfoga come la collega espulsa e con le medesime istanze di forte critica alla gestione Di Maio-Casaleggio: «Di Maio è uno yesman che si è sottomesso a Salvini e loro hanno subito una punizione esemplare per non aver seguito la linea del capo». La Giannone poi lancia un appello ai colleghi parlamentari, chiedendo chi secondo loro comanda veramente nel M5s: «io non saprei rispondere. Ma perché il gruppo che sta attorno a Di Maio ha tutto questo potere? Casalino, Dettori, probabilmente anche Casaleggio. E perché non si può esprimere democraticamente il proprio pensiero?». Poi arriva l’accusa più pesante che farà certamente discutere: ancora la Giannone, «siamo monitorati tutti, costantemente. Ci dicono entrate, state seduti, applaudite, non parlate… Una volta ero a pranzo fuori con un amico e la Comunicazione mi mandò un messaggio per sapere chi fosse. l gruppo dirigente è debole e ha paura del confronto, per questo invece di confrontarsi cacciano le persone. Questa cicatrice me la porterò sempre nel cuore». In una lunga intervista alle nostre pagine, un altro ex M5s come Nicola Biondo dal 2013 fino a luglio del 2014 capo della comunicazione del M5s alla Camera e autore con Marco Canestrari del libro “Supernova. I segreti, le bugie e i tradimenti del Movimento 5 stelle” ha dato la sua versione di quanto sta avvenendo nel suo ex partito: «Luigi Di Maio, con tutto il rispetto, è l’amministratore delegato di scelte prese dall’azienda Rousseau, di cui è presidente indiscutibile, a vita e mai eletto Davide Casaleggio. Che, come noto, è il gestore dei dati del M5s, il gestore della tesoreria e di una serie di meccanismi interni delicatissimi. Se Davide Casaleggio domani decidesse di spegnere l’interruttore a Rousseau, il M5s non esisterebbe più».

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