GIANSANTI CRITICA IL “FURORE IDEOLOGICO” DEL GREEN UE: LE RIVENDICAZIONI DI CONFAGRICOLTURA

La protesta dei trattori in tutta Europa non ha lesinato polemiche anche in Italia con il Governo Meloni impegnato ad accogliere le richieste degli agricoltori non solo sul fronte fiscale (con l’esenzione Irpef): per il presidente di Confagricoltura, Massimo Giansanti, gran parte delle responsabilità colpevoli della situazione in atto arriva da Bruxelles anche se non per questo occorre “strappare” dall’Ue. Intervistato dal “Corriere della Sera”, il n.1 degli imprenditori agricoli racconta l’esito del dialogo avuto a Fruit Logistica a Berlino con gli altri operatori del settore. Le cause della crisi è variegata e parte dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina («Basti pensare all’abolizione dei dazi sui prodotti di Kiev»), per arrivare al prezzo dei semi di girasole e alla riforma della PAC a livello europeo nel 2021: «il risultato è che oggi destina solo il 15% delle sue risorse agli aiuti al mercato. Gli agricoltori non solo non sono incentivati a produrre di più, ma addirittura a non produrre, ritrovandosi non competitivi, privi di protezione e fuori mercato. E questo li spinge a manifestare il loro disagio anche in forme estreme».



Confagricoltura all’epoca, assieme alla francese FNSEA e alla tedesca DVB, contestò già 3 anni fa quella riforma della PAC scrivendo alla Commissione Europea e facendo notare che l’eccesso di burocrazia di quella proposta non avrebbe portato alla semplificazione bensì al suo contrario: non si garantiva né autosufficienza né sicurezza alimentare, ma neanche «un giusto reddito per gli agricoltori e un giusto prezzo per i consumatori. La proposta del 2021 rendeva questi obiettivi irraggiungibili. Le istituzioni europee preferirono dire che andava tutto bene». Giansanti non elimina il tema del cambiamento climatico ma contesta la furia ideologica del Green New Deal europeo: «Siamo consapevoli che dobbiamo fare insieme percorsi virtuosi per proteggere l’ambiente e le risorse naturali. Purtroppo, è prevalso un certo furore ideologico, è mancato il dibattito, non siamo mai riusciti ad avere un dialogo con la Commissione».



COSA PROPONE CONFAGRICOLTURA PER USCIRE DALL’IDEOLOGIA GREEN: “ECONOMIA CIRCOLARE E SICUREZZA ALIMENTARE”

L’accusa di Confagricoltura è sull’imposizione dall’alto calata dalla Commissione Von der Leyen, a volte addirittura con «ricatti» e vincolando le proposte degli agricoltori all’accettazione dei vari pacchetti del Green Deal: «questo è uno dei motivi per cui gli agricoltori si sono ribellati ai diktat del commissario Timmermans». Non bastano i correttivi lanciati in extremis dalla Presidente della Commissione Ue, serve fare molto di più: la proposta di Giansanti è un’agricoltura basata sull’utilizzo delle tecnologie ultime: «per mezzo della digitalizzazione potremo ridurre l’uso dei fitofarmaci, controllando meglio il processo produttivo». Confagricoltura chiede poi a livello europeo nuovi incentivi per sostituire il parco macchine e anche per investire nelle nuove tecnologie così da aumentare la competitività,



Serve poi aumentare l’economia circolare, recuperando gli scarti delle produzioni per produrre energia rinnovabile, ad esempio utilizzando il biometano in quanto «può alimentare il trattore e contribuire così a ridurre le emissioni, oppure con specifiche coltivazioni che assorbono Co2 come ad esempi la soia». L’Europa non viene definita come “matrigna” né come unica causa dei problemi, di contro però la stragrande maggioranza delle aziende agricole Ue non riesce più a farcela: «Von der Leyen tardivamente ha annunciato alcune misure, ma manca una visione strategica». La scelta di Giansanti e dell’intera filiera agricola italiana è quella di portare le proposte ai tavoli italiani ed europei: serve una semplificazione amministrativa, ma anche più facilità nell’accesso ai bandi regionali, così come «individuazione di politiche in grado di accompagnare le imprese sul mercato o con aiuti diretti alle produzioni locali o con sostegni agli investimenti». L’obiettivo di Confagricoltura mira garantire sicurezza alimentare al minor prezzo possibile per i consumatori «garantendo un equo e giusto reddito agli agricoltori»; al Governo italiano invece Giansanti ringrazia per la revisione del provvedimento sull’Irpef (intesa giunta martedì con l’emendamento congiunto del Governo sul Decreto Milleproroghe), chiedendo ora un vero piano strategico per l’agricoltura che i governi precedenti finora non hanno mai impostato. «Purtroppo, si continuano ad affrontare le emergenze senza una visione di lungo periodo. Invece, abbiamo bisogno di un piano pluriennale altrimenti continueremo ad essere esposti agli eventi», conclude il n.1 di Confagricoltura.