La rimodulazione del PNRR ha avuto effetti positivi per l’agricoltura italiana che ha visto quasi raddoppiare la dotazione di risorse: da 3,68 a 6,53 miliardi di euro. Secondo Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, “ancora più significativi sono stati il forte interesse e la grande partecipazione ai bandi da parte degli imprenditori agricoli, segno di un settore vitale e di imprese determinate a investire per far diventare il comparto agroalimentare sempre più importante nell’economia del Paese”. In un’intervista al Sole 24 Ore, afferma: “I contratti di filiera favoriranno le aggregazioni e il gioco di squadra in direzione di un altro grande obiettivo: il rafforzamento della produzione agricola italiana“.



Secondo l’esperto “oggi riusciamo a coprire a malapena il 75 per cento della domanda di materie prime della nostra industria alimentare. Dobbiamo poter arrivare al 100 per cento e in questo modo supportare anche lo sviluppo delle nostre esportazioni agroalimentari. L’export italiano è in crescita da tempo e in questi anni ha visto il nostro Paese far meglio di Francia, Spagna e Germania”. Per Giansanti “lo sviluppo delle esportazioni è anche la migliore contromisura all’Italian sounding sui mercati”. Infatti, aggiunge, “è inutile lamentarsi dei falsi. Sulle tavole internazionali bisogna riuscire a far arrivare, in misura maggiore, i veri prodotti made in Italy”.



Giansanti: “Aumentano le risorse del PNRR ma ho due timori”

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, parla poi anche di attenzione all’agrivoltaico sulle pagine de Il Sole 24 Ore. Questo deriva “dalla possibilità di rafforzare l’approvvigionamento energetico delle imprese. Abbiamo la necessità di avere il minor costo energetico possibile. E per questo è stato fondamentale superare il vincolo dell’autoconsumo. Ottenuta la possibilità di poter cedere ad altri l’energia elettrica prodotta, le domande degli imprenditori hanno spiccato il volo con la possibilità di triplicare la potenza installata rispetto alle previsioni”.



Non mancano, però, le difficoltà all’orizzonte nonostante l’aumento delle risorse del PNRR. Il primo timore è di “possibili ricorsi al Tar sulle aggiudicazioni. Spero che si possa arrivare a una sorta di gentleman agreement per evitare questa eventualità o comunque per trovare un modello di risoluzione rapida delle controversie” spiega. C’è poi il nodo del credito: “Stiamo mettendo in pista progetti che sono stati immaginati quando il costo del denaro non era quello attuale, forse era addirittura negativo. E ora il suo forte incremento mette a rischio la realizzazione dei piani” spiega. Infine, un commento sul possibile ingresso dell’Ucraina in UE che a suo dire avrebbe effetti devastanti “sui mercati dei cereali e in particolare del frumento, del girasole e in quello delle uova e del pollame”. Andrebbe dunque protetto il mercato domestico.