L’acqua radioattiva di Fukushima sarà scaricata nel Pacifico? Secondo il segretario di gabinetto giapponese Yoshihide Suga, i commenti del ministro dell’ambiente Harada costituiscono solo “la sua personale opinione”. Secondo Wolfango Plastino, ordinario di Fisica applicata all’Università degli Studi Roma Tre e Segretario scientifico del Gruppo di lavoro sulla sicurezza internazionale e controllo degli armamenti all’Accademia Nazionale dei Lincei, sentito da “La Repubblica”, “per ora si tratta solo di una ipotesi. Alla fine sono certo che si troverà un’altra soluzione”. Lo scienziato spiega:””Esistono leggi internazionali che vietano la contaminazione degli ecosistemi terrestri e una comunità scientifica che effettua misurazioni e vigila. L’ipotesi formulata dai giapponesi dovrà passare il vaglio di tutti prima di diventare realtà. Per questo dico che ora è inutile fare degli allarmismi”. (agg. di Dario D’Angelo)
ACQUA RADIOATTIVA NELL’OCEANO PACIFICO?
L’acqua radioattiva della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, gravemente danneggiata dal terremoto e dal successivo tsunami del marzo 2011, sarà sversata nell’Oceano Pacifico. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente Yoshiaki Harada, sottolineando che questa è “l’unica opzione possibile”. Come riportato da Tgcom24, ad effettuare il “travaso” dell’acqua radioattiva sarà la Tokyo Electric Power, la società che si occupa di gestire la centrale nucleare. Era l’11 marzo 2011 quando, dopo il sisma di Tohoku, i reattori attivi interruppero automaticamente le loro reazioni di fissione sostenute ma lo tsunami distrusse i generatori di emergenza che avrebbero fornito l’energia necessaria per controllare e far funzionare le pompe di raffreddamento dei reattori. Si ebbero così tre crisi nucleari, esplosioni d’aria e idrogeno e il rilascio di materiale radioattivo nelle Unità 1, 2 e 3 dal 12 al 15 marzo.
GIAPPONE, ACQUA RADIOATTIVA FUKUSHIMA SARA’ SVERSATA NEL PACIFICO
La società Tokyo Electric Power (Tepco) ha stoccato nella zona destinata alle riserve nella centrale più di un milione di tonnellate di acqua contaminata, proveniente dai condotti di raffreddamento dei reattori e non ha più spazio per immagazzinarne altra: ecco perché l’unica opzione possibile è quella di sversare nell’Oceano Pacifico il materiale radioattivo, al netto dei dubbi sull’impatto che una simile operazione potrà avere dal punto di vista strettamente ambientale. Il 5 luglio 2012, il National Diet of Japan Fukushima Nuclear Accident Independent Investigation Commission (NAIIC) provò che le cause dell’incidente nucleari erano prevedibili. La Tepco non era riuscita a soddisfare i requisiti di sicurezza di base come la valutazione del rischio, la preparazione per contenere i danni collaterali e lo sviluppo di piani di evacuazione. Nell’ottobre dello stesso anno l’operatore ammise di non aver adottato le misure necessarie per paura di subire cause legali o proteste contro le sue centrali nucleari.