Il Giappone ha votato per l’approvazione della riforma di legge sul consenso a rapporti sessuali, un provvedimento molto atteso perchè la normativa non veniva ritoccata dal 1907. Ora l’età minima, che prima era tra i limiti più bassi al mondo, passa dai 13 ai 16 anni, inoltre viene ampliata di conseguenza la definizione di stupro. Il crimine sessuale perseguibile sarà attribuito non solo ai rapporti considerati sotto la fascia di età consentita, ma anche aggravato da eventuali fattori come assunzione di alcol, droghe e tutti i casi in cui si sospetti una manipolazione psicologica tale da indurre la persona a relazioni fisiche “forzate”.



Gli attivisti per i diritti dei minori hanno definito l’approvazione della legge come un “grande passo avanti“, anche perchè ultimamente era aumentato notevolmente il numero dei reati a sfondo sessuale nei confronti di persone minorenni, e contemporaneamente anche l’aumento delle assoluzioni per aveva commesso violenze, con sentenze che di fatto colpevolizzavano i comportamenti delle vittime. Fino alla votazione infatti, la legge prevedeva di portare prove concrete in tribunale per dimostrare l’esistenza di intimidazioni e forzature ad impedire una vera resistenza all’atto da parte di chi aveva denunciato.



Il problema dei crimini sessuali su minorenni in Giappone

I crimini sessuali e le violenze nei confronti dei minori in Giappone rappresentano un vero problema di tipo sociale. La nuova legge di fatto alzando l’età per il consenso, mette in linea il paese rispetto a tutti gli altri appartenenti al G7. Le associazioni sperano che le nuove restrizioni possano fungere da deterrente per reati che sono molto diffusi, soprattutto tra giovanissimi. Oltre agli stupri infatti, recentemente c’è stato un record di illeciti sempre legati alla sfera sessuale. Come ad esempio la diffusione e vendita di filmati privati ripresi durante rapporti, anche tra minori non consenzienti.



Quindi il governo ha deciso di punire più duramente chi commette tali atti. Non solo estendendo la definizione di stupro che prima in Giappone, nella maggior parte delle sentenze era definito “rapporto forzato” e quindi non prevedeva le stesse condanne di una vera violenza, ma anche imponendo sanzioni e pene severe per chiunque usi intimidazioni o denaro per convincere un minore di 16 anni ad un rapporto. Inoltre chi filma di nascosto atti indecenti o solo parti del corpo in biancheria intima sarà punito con la reclusione fino a tre anni.